giovedì 30 luglio 2015

#Libriamo d'estate, per un agosto tutto da leggere tra regali, consigli e acquisti

In un Paese in deficit di lettura è importante trasmettere le belle sensazioni che la lettura può regalare, soprattutto grazie a un libro che è capitato nella propria vita. Leggere è un viaggio intimo dentro noi stessi e per questo è importante intraprenderlo con la scelta del libro giusto. Non c'è una regola precisa per capire quale sia il libro giusto, l'importante è darsi la possibilità di scelta, perché, se il primo passo da fare è quello di iniziare a leggere, il secondo fondamentale è quello di scegliere bene. I buoni libri migliorano la vita, ci fanno crescere e cambiano le nostre prospettive. Non bisogna mai sottovalutare la loro potenza con la consapevolezza che una vita senza lettura è più povera. La mia sarebbe stata sicuramente anche più triste.


Anche questa settimana,

#Libriamo

Anche in estate la lettura non va mai in vacanza, anzi forse è il periodo in cui si ha maggiore tempo libero e anche quei lettori occasionali riescono a trovare tempo per dedicare qualche ora a un bel libro. Il Libriamo di questa settimana, ultimo prima della pausa di agosto di questa mini rubrica, è dedicato a tre consigli di lettura che mi permetto di fare per le vacanze. Non che quelli consigliati fino a ora non fossero meritevoli di lettura, però, è bene sempre cambiare e farsi incuriosire da nuovi interessi.
Il principio che guida questo spazio è quello della scelta, leggere sì, ma facendolo bene.

I consigli per l'ombrellone, il divano di casa climatizzato o per dovunque passerete questo bollente agosto, sono libri che mi hanno incontrato nei modi più casuali possibili. Uno mi è stato consigliato, un altro mi è stato regalato e l'ultimo l'ho acquistato perché quando un libro ti segue ci deve essere un motivo e quindi non puoi che assecondarlo e acquistarlo.

Ecco quindi il libriamo di questa settimana, l'ultimo di questa stagione, è diviso in tre, per augurarvi un buon mese di agosto, fatto di letture.






Dei libri ti seguono, altri ti sono assegnati, mentre per alcuni è solo questione di scelta.

sabato 25 luglio 2015

#LaDedicaDellaSettimana n.16 alle trentadue vittime di Suruç, contro una violenza che non ha senso.

Siamo tutti oggetto di manipolazione e disinformazione organizzata. Le notizie sono semplici fatti, sta a chi informa diffonderle o manipolarle. La narcolessia mediatica è proprio quella che ci propina chi oscura e manipola il mondo dell'informazione. Cercare di uscire da questo sistema perverso è dovere di qualsiasi essere pensante.

La dedica della settimana 

 

Eccoli giovani e belli, con gli occhi della speranza e la voglia di costruire un nuovo futuro attraverso la partecipazione. Perché non riesci a stare fermo quando sei incapace di accettare tanta violenza. Non ce la fai proprio. Leggo la storia di questi giovani ragazzi morti, i ragazzi di Suruç e un vuoto pervade tutto il mio spazio circostante. Quante lacrime urlate al vento. A cosa serve tutto questo. A cosa serve scrivere, tutte queste parole, tutti questi post, tutte queste dediche, la memoria resta solo lettera morta, parola bruciata. Conta solo un'esplosione e passa tutto. Guardo e riguardo quella foto, violenza devastante e insensata come quella di Utoya e l'ingiustizia del silenzio dopo il massacro. 

Quei ragazzi turchi militavano nella Federazione delle associazioni dei giovani socialisti, arrivavano da tutto il Paese, e avevano un sogno. Poi quella bomba esplosa nel giardino del centro culturale Amara ha distrutto tutto. Anche i norvegesi di Utoya avevano un sogno, quello di costruire un futuro sostenibile, paradosso vuole che anche loro erano in un campeggio di giovani socialisti norvegesi, anche lì si parlava di futuro e si cercava di porre le basi per costruire. Anhce lì, un ragazzo come loro, quattro anni fa lì ha ammazzati. Un attacco di follia omicida, un folle visionario fu capace di commettere una strage. Resti zitto.
Dopo tanto dolore verrebbe solo da stare in silenzio, prendere tutto e partire distante anni luce verso Kepler 452b.

Ma poi pensi.

sabato 18 luglio 2015

#LaDedicaDellaSettimana n.15 per un Italia accogliente contro le violenze di Roma e Treviso.

Siamo tutti oggetto di manipolazione e disinformazione organizzata. Le notizie sono semplici fatti, sta a chi informa diffonderle o manipolarle. La narcolessia mediatica è proprio quella che ci propina chi oscura e manipola il mondo dell'informazione. Cercare di uscire da questo sistema perverso è dovere di qualsiasi essere pensante.

La dedica della settimana 

Nella dedica di settimana vorrei parlarvi di un Paese, uno di quelli al sud Europa, un tempo denominato "Belpaese", ma che ora di bello ha solo le bellezze artistiche per di più inquinate e deturpate. Un tempo era famoso per lo stile di vita e l'accoglienza delle persone, perché più di ogni altro luogo comune, era noto "italiani brava gente". Oggi non sembra più così, siamo nel pieno di un processo involutivo dal punto di vista di idee e di valori, la crisi di cultura più che economica ci sta imbarbarendo. Le immagini di ieri di Roma e Treviso lo dimostrano, come la tanta tristezza e l'enorme disgusto che viene fuori da tutta quella intolleranza.





Gli attacchi al bus dei 19 richiedenti asilo di ieri a Roma, o il rogo dei mobili, dei televisori, dei materassi e di altri oggetti che non erano ancora stati portati negli appartamenti destinati agli stranieri sono forse uno dei peggiori spettacoli a cui ho assistito negli ultimi anni. Così come le parole del presidente della regione Veneto Luca Zaia:

Questa non è un’emergenza. Ci hanno dormito sopra per quattro anni su questa questione, stiamo africanizzando il Veneto. Qui comandiamo noi. Il governo non deve mandare più anche un solo profugo.

sabato 11 luglio 2015

#LaDedicaDellaSettimana n.14 alla memoria degli 8372 di Srebrenica venti anni dopo, genocidio nel dopoguerra europeo

Siamo tutti oggetto di manipolazione e disinformazione organizzata. Le notizie sono semplici fatti, sta a chi informa diffonderle o manipolarle. La narcolessia mediatica è proprio quella che ci propina chi oscura e manipola il mondo dell'informazione. Cercare di uscire da questo sistema perverso è dovere di qualsiasi essere pensante.

La dedica della settimana 

La storia è fatta di tante cose, si dice sempre che sono i vincitori a scriveral, ma altre volte è il sangue versato dalle vittime che costringe a parlarne. Parlarne, sì perché possiamo fare questo e poco altro, sembra poco, ma in realtà riscoprire una memoria dimenticata aiuta a riprendere elementi del passato abbandonati tra le tante distrazioni del presente. Continuiamo a dimenticare gli insegnamenti della storia e continuiamo a commettere gli stessi errori sempre.


















Con la dedica della settimana n.13 bisogna fare un viaggio breve nella memoria, ma molto duro, il ricordo corre a venti anni fa, a quella terribile guerra civile che fu combattuta in Jugoslavia nella prima metà degli anni novanta e che fu un vero e proprio bagno di sangue.
Il ricordo va a quel terribile 11 luglio del 1995 e a quel terribile massacro, in cui, circa ottomila uomini e bambini bosniaci musulmani vennero massacrati dalle truppe del Generale Ratko Mladić e dai gruppi paramilitari ultranazionalisti provenienti dalla Serbia, davanti a circa quattrocento soldati olandesi che erano lì in funzione di peacekeeping, ma non fecero nulla per evitare il massacro. Sono venti anni, venti lunghissimi anni da uno dei più grandi genocidi compiuti in Europa nel dopoguerra. 
Per non dimenticare...
















Sarebbe meglio non fosse
piuttosto che sia
così
come oggi è
la nostra Srebrenica
Nulla di morto né di vivente
in lei
può più abitare
Sotto un cielo plumbeo
l'aria di piombo
mai nessuno
ha imparato
a mettersi nei polmoni
Da lei fugge tutto
ciò che ha gambe
con le quali possa
e sappia dove
fuggire
Da lei fugge tutto
anche ciò che da nessuna parte
se non sotto la terra nera
può fuggire...


 tratto da 
Le lacrime delle madri di Srebrenica
(Abdulah Sidran)


giovedì 9 luglio 2015

#Libriamo Malala Yousafzai e il #booksnotbullets per sostenere la causa dell'alfabetizzazione


In un Paese in deficit di lettura è importante trasmettere le belle sensazioni che la lettura può regalare, soprattutto grazie a un libro che è capitato nella propria vita. Leggere è un viaggio intimo dentro noi stessi e per questo è importante intraprenderlo con la scelta del libro giusto. Non c'è una regola precisa per capire quale sia il libro giusto, l'importante è darsi la possibilità di scelta, perché, se il primo passo da fare è quello di iniziare a leggere, il secondo fondamentale è quello di scegliere bene. I buoni libri migliorano la vita, ci fanno crescere e cambiano le nostre prospettive. Non bisogna mai sottovalutare la loro potenza con la consapevolezza che una vita senza lettura è più povera. La mia sarebbe stata sicuramente anche più triste.


Anche questa settimana,
#Libriamo
Il libriamo di questa settimana non può che essere dedicato a un personaggio significativo e a un'iniziativa di assoluto valore. Malala Yousafzai è una semplice ragazza pakistana, voleva vivere la propria vita libera, lottava per questo fino a che nell'ottobre 2012 fu colpita da un attentato a opera dei Talebani. Volevano ucciderla, volevano zittirla, ma in realtà Malala zitta non è mai riuscita a stare.  Il 12 luglio compirà 18 anni, la sua lotta per i diritti delle donne e l'alfabetizzazione continua, anche dopo il Premio Sakharov del 2013 e il Premio Nobel per la pace del 2014, insieme all'indiano Kailash Satyarthi.

 Spendete per i libri, non per le armi. I libri sono un investimento migliore per il nostro futuro rispetto ai proiettili.


Questo il messaggio lanciato ai leader mondiali a Oslo, davanti alle delegazioni del Forum sull'istruzione e lo sviluppo. Perché secondo Malala è chiara la mancanza di impegno da parte dei leader mondiali a investire sull'istruzione. 

Basterebbero otto giorni di risparmio in spese militari per garantire 12 anni di istruzione primaria e secondaria a tutti i bambini del pianeta. Circa trentanove miliardi di dollari all'anno che il mondo destina in otto giorni alle spese militari.


Per il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, neanche il 2% degli aiuti umanitari in aree di crisi viene destinato all'istruzione, mentre Gordon Brown Ha sottolineato che 59 milioni di bambini nel mondo non hanno accesso alla scuola primaria, altri 65 milioni non frequentano la scuola secondaria e ben 500 milioni di bambine non terminano gli studi. 

Per sensibilizzare sul tema è stato lanciato l'hashtag #booksnotbullets, che voglio promuovere nel libriamo di oggi, dopo che la stessa Malala si è fatta fotografare con Il diario di Anna Frank tra le mani e l'invito a fare altrettanto, perché sostenere la causa dell'alfabetizzazione è fondamentale in quanto è "l'istruzione la vera arma per il cambiamento".


L'autrice del libro denuncia Io sono Malala continua la propria lotta, ricordandoci che:
Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo



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sabato 4 luglio 2015

#LaDedicaDellaSettimana n.13 alla Grecia, perché non c'è Europa senza Grecia e non c'è Grecia senza Europa.

Siamo tutti oggetto di manipolazione e disinformazione organizzata. Le notizie sono semplici fatti, sta a chi informa diffonderle o manipolarle. La narcolessia mediatica è proprio quella che ci propina chi oscura e manipola il mondo dell'informazione. Cercare di uscire da questo sistema perverso è dovere di qualsiasi essere pensante.

La dedica della settimana 

Fatta l'Italia ora dobbiamo fare gli italiani, avrebbe detto Massimo D'Azeglio all'alba dell'unità d'Italia, osservando la natura forzata dell'unificazione italiana, più aggressione a uno Stato che risorgimento vero. Il motto potrebbe essere tranquillamente trasposto all'Europa e a quel progetto di integrazione e unificazione che col tempo si è sviluppato, forse di più rispetto alle reali iniziali intenzioni e che comunque, nonostante tutte le divisioni e le differenze, ha raggiunto un grande e apparentemente impossibile obiettivo, quello cioè di pacificare un continente sempre diviso tra nazioni bellicose e diffidenti tra loro, causa delle due più grandi guerre della storia recente.

Un'unione di pochi stati, che si è allargata sempre di più in risposta alla guerra fredda e alla cortina di ferro, ha poi accolto i Paesi dell'Europa dell'est. Parliamo di libera circolazione delle persone, di merci, di mercati,  di economie e di un'unica moneta, l'Euro. L'Europa unita è stato un grande passo per il continente, una grande rivoluzione però è rimasta incompiuta, perché non è mai riuscita a staccarsi dagli egoismi dei singoli stati. Non si è mai avuto il coraggio di una vera politica europea.

Più che fare gli europei bisognerebbe creare un vero sentire comune europeo, lontano dagli egoismi dei singoli Stati, tale da costringere quelli più evoluti a mettere in condivisione anche il loro benessere.

La questione delle migrazioni e soprattutto quella greca ne sono il manifesto. Siamo arrivati a quel punto di rottura del progetto europeo, una situazione ormai insostenibile e pronta a esplodere.

Col referendum i greci decideranno il loro futuro, la propaganda politica sta strumentalizzando queste decisioni come se fossero un sì o un NO all'Europa. In realtà non è così.


Anche se vincesse il NO la Grecia non sarebbe fuori dall'Euro, non sarebbe fuori dall'Europa. Non potrebbe essere estromessa, perché non esiste una via d'uscita dall'Euro.



Contro ogni mistificazione e strumentalizzazione La dedica della settimana n. 13 è per la Grecia e il suo popolo, chiamato a prendere una decisione troppo grande, in un referendum che forse non si sarebbe dovuto indire, perché il futuro stesso dell'Europa è appeso a un filo e le decisioni prese di pancia e cavalcate dalla demagogia fanno solo male.



giovedì 2 luglio 2015

#Libriamo la vita di Dante in Come donna innamorata di Marco Santagata per la finale del Premio Strega

In un Paese in deficit di lettura è importante trasmettere le belle sensazioni che la lettura può regalare, soprattutto grazie a un libro che è capitato nella propria vita. Leggere è un viaggio intimo dentro noi stessi e per questo è importante intraprenderlo con la scelta del libro giusto. Non c'è una regola precisa per capire quale sia il libro giusto, l'importante è darsi la possibilità di scelta, perché, se il primo passo da fare è quello di iniziare a leggere, il secondo fondamentale è quello di scegliere bene.
I buoni libri migliorano la vita, ci fanno crescere e cambiano le nostre prospettive. Non bisogna mai sottovalutare la loro potenza con la consapevolezza che una vita senza lettura è più povera.
La mia sarebbe stata sicuramente anche più triste.
Anche questa settimana,

#Libriamo

Il percorso verso la finale del Premio Strega 2015 è arrivato fino al giorno della proclamazione del vincitore del prestigioso premio della Fondazione Bellonci.


Questa sera, infatti, verrà proclamato il vincitore del Premio Strega 2015 tra i cinque finalisti.
Con i Libriamo di queste settimane vi ho dato qualche spunto di riflessione che potete riprendere in questa piccola sintesi. 

La Ferocia di Nicola La Gioia
La Sposa di Mauro Covacich
Chi manda le onde di Fabio Genovesi
Come donna innamorata di Marco Santagata
Storia della bambina perduta di Elena Ferranta

Qual è il vostro libro preferito tra questi e quale meriterebbe la vittoria per voi?

Intanto con il Libriamo di oggi vi parlo del quarto finalista, il libro di Marco Santagata e del suo romanzo "Come donna innamorata".


Titolo Come donna innamorata
Autore Marco Santagata
Pagine 179
Editore Guanda
  
Marco Santagata ci racconta un Dante diverso, almeno dal punto di vista del narrante. Questa storia che è una  biografia romanzata, un ibrido, in cui i fatti e le visioni dell'artista  si intrecciano con personaggi della Firenze medievale, sembra quasi trasposta nel nostro mondo moderno, dandoci la sensazione di percepire realmente le sensazioni del grande artista, quel sentire "umano troppo umano", che avvicinano Alighieri all'uomo qualunque che vive di umori, di insicurezzie e di paure nel suo tempo e che riviviamo insieme a lui. Santagata mescola realtà e finzione nella vita di quello che era quindi prima di tutto un uomo, oltre che un grande scrittore, un marito e un personaggio pubblico. Uomo fatto di passioni, delusioni e rammarichi. 


Lui era fatto così: si agitava nel buio senza intravedere il più piccolo spiraglio e poi una improvvisa illuminazione rischiarava a giorno la strada da percorrere. Avrebbe riparato scrivendo un libro.