mercoledì 28 gennaio 2015

Da Tsipras a Podemos alla ricerca di una soluzione di sinistra alla crisi europea

Una chiave di lettura della vittoria di Tsipras oltre ogni paura ideologica



Le elezioni greche hanno dominato sui social network e in televisione accentrando l'attenzione di tutti come mai era stato per il Paese ellenico sempre un po' ai margini dell'Europa se non per paragoni di crisi e difficoltà economiche.

La netta vittoria di Syriza e di Tsipras in prima persona, a un passo dellla maggioranza assoluta, rappresenta un forte messaggio e una netta inversione di tendenza rispetto al passato.

Quanto conta la politica e quanto i singoli governi nazionali possono influire nell'equilibrio economico di un Paese? Nell'ultimo periodo è sembrato sempre meno a causa delle stringenti misure europee e per la politica comune che ha tolto quasi tutta l'autonomia ai governi locali.

Il programma di Tsipras appare un'inversione di tendenza.

Miraggio di una sinistra vincente
















Diciamola tutta, qui in Italia non siamo abituati a una sinistra così vincente, infatti, mel nostro Paese anche nei periodi di più forte crisi del berlusconismo, i sedicenti partiti di sinistra sono sempre riusciti a ottenere al massimo una vittoria risicata, con margini di governo minimi.

venerdì 16 gennaio 2015

Siamo tutti potenziali Kouachi o Coulibaly?


Il sacrificio di Charlie Hebdo rischia di scatenare l'effetto contrario e ultrareazionario che ha già seminato violenza e morte.
Anche il Papa si è lasciato andare a tolleranza con distinguo.

Non si uccide in nome di Dio, ma non si può deridere la fede altrui
 e ancora
Non si può provocare, non si può prendere in giro la religione di un altro. Non va bene, fino a che punto si può andare con la libertà di espressione. Sì alla libera espressione ma se il mio amico Gasbarri dice una parolaccia sulla mia mamma, si aspetti un pugno.
Poi qualcuno mi spiegherà il perché non si possano schernire le religioni e perché non si possa fare ironia su uno delle tante divinità di passaggio.

Perché si rischia di subire una violenza se si prende in giro Maometto, Gesù o qualcos'altro?

giovedì 15 gennaio 2015

La rabbia di quelle matite spezzate


 

Le copertine rinascono senza le stesse matite, senza lo stesso giornale ma forse con ancora più forza.

Gli occhi vuoti di una tragedia snervante.
Tutto è perdonato recita la copertina. Quella della rinascita dopo il tentato assassinio ma che può essere un ultimo saluto.
Parlano di guerra di cività, guerra all'occidente.
In questi giorni è facile ascoltare tante inutili parole e provare uguali, inutili sensazioni, capaci di svuotare anche il dolore più sincero.
La pochezza del mondo che ci circonda è inquietante.
Quanta inadeguatezza nei giudizi su fatti tragici che si susseguono senza sosta, in tv e tra le persone di più diverso ceto e credo. Le opinioni si differenziano tra il libertino d'occasione che dipinge il proprio habitat dei più noti slogan a quello che tollera tutto e tutti ma fino a un certo punto, per poi arrivare al credente che va bene che è  contro l'omicidio ma la religione non si tocca.
Come se la satira nella sua storia si sia mai fatta intimidire da un qualsiasi dio di passaggio.

sabato 10 gennaio 2015

Essere Charlie Hebdo, Ahmed e gli altri ostaggi

Oltre ogni retorica non bisogna cadere nella trappola populista dopo i tragici fatti di Charlie Hebdo e di Parigi.





Oggi è difficile anche solo pensare, figurarsi scrivere qualcosa di sensato su questi tragici fatti.
Non si tratta solo di parole, critiche, urla o altro, si tratta di spari, di sangue e di morte.
In gioco c'è tanto, troppo, tutto.


Non ho paura delle rappresaglie. Non ho figli, non ho una moglie, non ho un’auto, non ho debiti. Forse potrà suonare un po’ pomposo, ma preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio.

sabato 3 gennaio 2015

Le dimissioni di Napolitano, abbasso il re o viva il re



Il 2015 chiuderà l'era Napolitano, l'unico Presidente della Repubblica eletto per due volte.
Il doppio presidentato iniziato nel maggio del 2006 e continuato con il secondo mandato di aprile 2013, è dovuto più all'incapacità della classe politica a trovare una propria dimensione per sopravvivere più che ai grandi risultati ottenuti da Napolitano, è stato contrassegnato da un potere d'intervento fuori dal comune neanche mai lontanamente previsto dalla nostra Costituzione che, per quanto riguarda i poteri presidenziali, si tiene molto sul generico sempre in relazione al contesto  politico del momento.
Molti partiti hanno elogiato il ruolo svolto dal Presidente in questo periodo di forte crisi della credibilità del sistema politico, proprio perché incapaci di poter dimostrare la forza e la capacità politica di ricorprire un ruolo forte. Il giudizio sullla figura di Napolitano non può risultare quindi fortemente influenzato dalle contraddizioni del sistema politico che l'ha prodotto e quindi essere molto ambivalente.