domenica 22 novembre 2015

Perché dire no alla guerra non è buonismo

Siamo in guerra. Loro sono in guerra.
Non solo dagli attacchi di Parigi, la guerra viene da molto più lontano. Come ormai è stato già detto, in Mali, la Francia è sul campo, o sui cieli, dal 2012. Afghanistan, Iraq, Libia dimostrano che quando viene meno uno stato nazionale con la forza, il terrorismo dilaga.
Siamo in guerra. Loro sono in guerra, ma non dal 13 novembre.
#NotInMyName in questo momento è per me più che mai attuale. Ci ripetono che siamo sotto assedio. Tante voci si affrettano a specificare che non è una guerra contro l'Islam, altre invece urlano il contrario, tacciando gli altri di buonismo.

Perché questa volontà di dipingere gli eventi come una guerra di civiltà a tutti i costi?


martedì 17 novembre 2015

Difetti di comunicazione - L'arma del terrore a Parigi, a Beirut e in Siria ha tante matrici.

Signori, chi ha qualcosa da dire si faccia avanti e taccia.
K. Krauss

In questi giorni molto duri mi veniva in mente questa frase di Krauss, riportata in auge da una citazione di Tiziano Terzani in una lettera a Oriana Fallaci, ogni volta che ascoltavo i soliti commenti sui terribili fatti di Parigi. Un salto indietro di 11 mesi, quando a gennaio ci furono gli attacchi a Charlie Hebdo per le vignette su Maometto (qui puoi leggere cosa ho scritto di quel triste gennaio). Siamo in novembre e la situazione è addirittura peggiorata, senza soffermarmi su tutte le strumentalizzazioni, le notizie false diffuse in rete e le prese di posizione vergognose di molti "politici".



In molti a gennaio avevano detto che un po' Charlie Hebdo se l'era cercata, perché la sua satira aveva esagerato e scatenato i terroristi. Oggi si rivaluta la Fallaci in tutto il suo pensiero. Come si può vedere il terrorismo crea un orrore mediatico ancora più grosso di quello materiale.
I simboli da attaccare sia a gennaio che l'altra terribile notte sono i principi cardini della società moderna: la libertà di espressione, la multiculturalità, la culla del pensiero illuminista.
Le immagini e le sensazioni della sera del 13 novembre sono ancora davanti agli occhi, le urla, il sangue e quei giovani morti. Un divertente venerdì sera spezzato dalla violenza. La vita può cambiare in un attimo e finisce per stravolgere qualsiasi certezza che avevi.




Nella tranquilla Europa occidentale post guerra fredda, siamo ormai abituati all'integrazione tra Stati, a una vita pacifica e tutto sommato tranquilla, lontana da quelle tensioni e quelle paure che avevano caratterizzato il passato e che invece caratterizzano altri contesti geografici.
Sono proprio quelle differenze che fanno paura. Ci diciamo assuefatti all'orrore, al sangue e alle tragedie quando le guardiamo sul piccolo schermo, quando cioè le sentiamo distanti e remote.
Appena ci colpiscono più da vicino, mostriamo tutte le insicurezze e le debolezze delle nostre convinzioni.
In pochi attimi vengono messe in dubbio quelle certezze e quei valori su cui, da decenni, basiamo il nostro vivere civile.


Dedica a Valeria Solesin


Poi ci sono le vittime, quelle vere, quelle foto che resteranno immagini per sempre e quei sorrisi che i cari non vedranno più. Un giovane libanese stroncato dall'attentato, vale quanto un giovane italiano che muore. Ci sono poi i volti e le parole, le vittime vicine. Valeria è una di quelle. Quanti in questi giorni non hanno pensato di poter essere al suo posto, in una città, che per tanti ha un significato particolare.

Quel sorriso si è spento per sempre. Non la conoscevo, per questo voglio lasciare il suo ricordo alle parole di chi ha davvero avuto la fortuna di viverci vicino.
Stupenda. Libera. Piena di idee e di forza. La migliore studentessa del mio corso alla Sorbona. Era molto impegnata nel sociale, non solo con Emergency. Avevamo parlato a lungo della questione del terrorismo, soprattutto dopo l’attentato a Charlie Hebdo. Era contraria a qualsiasi guerra, a qualsiasi intervento militare.  Valeria si era conquistata ogni millimetro della sua vita.
Era tosta. Aveva studiato tantissimo. Era ricercatrice all’Ined della Sorbona, la sua era una borsa di studio molto prestigiosa. Studiava le comparazioni fra le famiglie italiane e francesi, cioè lavorava studiando anche un po’ il suo caso.
Abitava a Parigi da quattro anni e stava vivendo il suo sogno. Ma certo, le sarebbe piaciuto molto poter avere la stesse possibilità in Italia.
Diceva che l’unico modo per rispondere alla guerra era la pace. Questa era la sua visione del mondo. Pace, soltanto pace."

Valeria aveva sogni, stava lottando per vivere il proprio, così come i molti che erano in giro quella sera a Parigi. Una sera di svago.
Una sera in cui il terrorismo arriva in maniera subdola e in un lampo distrugge tutto e tutti.




martedì 10 novembre 2015

Pillole di Madrid part.4 - Hala Madrid

Ultime ore a Madrid. Un'avventura è finita e ne ricomincia un'altra.
Ho salutato per bene la città che non dorme mai, macinando chilometri che il mio ginocchio infortunato ora sente, seduto in attesa al gate, aspettando l'aereo.

Cosa dire di più di Madrid e di questa esperienza?
Ho scritto tanto, della città, dell'Italia e un po' in generale di tante cose. 

Qui puoi trovare il resoconto degli articoli che ho scritto.


L'impegno di scrivere ogni giorno di argomenti diversi, mi ha dato la consapevolezza di poter svolgere questo compito come lavoro.
Grazie  a +ROOSTERGNN  per l'opportunità di poter stare in questa città e fare quello che più mi piace e grazie a tutte le belle persone conosciute durante questo viaggio.

Grazie soprattutto a Madrid, città divertente, viva e accogliente. 
Come ogni metropoli ha tante contraddizioni, comuni a tutta la Spagna. La crisi è vivida e si vede.

Però gli spagnoli hanno un modo di vivere che passa sopra ogni difficoltà. La città non stqa mai ferma, neanche politicamente. La protesta contro le violenze di genere, che colpiscono la Spagna come l'Italia, continua e la manifestazione di sabato così come lo sciopero della fame che continua a Plaza Puerta del Sol, lo dimostrano.
Avrei voluto vivere il periodo elettorale per toccare con mano  la febbre elettorale, ma le seguirò dall'Italia.
È ora di salutare Madrid, ecco le 5 pillole alla partenza.

1) Molti spagnoli dicono che le elezioni politiche le vincerà nuovamente il Partito Popolare di Rajoy. Quelli che ho sentito, non voteranno PPE, ma Podemos o Ciudadanos. Spagna come l'Italia di Berlusconi, nessuno lo votava ma lui vinceva sempre. In realtà, si sente molto la frattura tra vecchia e nuova generazione.




2) La frattura era ancora più evidente nella festa patronale di lunedì 9 con la Virgen de Almudena in processione alla Cattedrale.  Una città così giovane, aperta e libera, ha una forte componente ancora tradizionalista e legata alle tradizioni religiose, sarà come molti mi hanno detto, proprio quella componente che porterà alla probabile vittoria di Rajoy?
3)Le strutture di Madrid sono da capitale mondiale. In Italia ci hanno abituati alla crisi come causa di tagli di servizi. Nella critica Spagna ci sono trasporti di livello eccezionale, a partire dall'Aeroporto di prima fascia (ha anche una cappella per pregare!) ai treni e alla metro eccezionali. I punti wifi sono presenti in tutto il centro cittadino e si può dire che la città sia davvero diventata ormai 2.0.

4)La libertà è vissuta a Madrid in maniera totale, da Malasaña a Chueca passando per il bel quartiere de Las letras a La latina. Le differenze e le diversità sono la regola e non un eccezione da guardare con disappunto o sorpresa. La "nuova" Madrid così come la "nuova" Spagna avanza nel pieno della libertà di essere e la cosa più eclatante, almeno per quello che ci hanno sempre insegnato, è che in questa città libera, ci si senta tanto sicuri. Ovvio che i casi di violenza o gli elementi pericolosi non siano del tutto assenti, ma sono l'eccezione e non la regola.

5) Ho assistito sia a partite di calcio che di basket: Real - Psg e il derby tra Estudiantes - Real Madrid e posso dire che la città respira davvero sport, di primo livello. Il Bernabeu è uno stadio top class, ma questo già si sapeva, mentre lo splendido Palacio des deportes non lo conoscevo. Da quello che ho potuto intuire, la città risulta molto divisa, nonostante la predominanza del Real Madrid. Assistere comunque agli eventi, è stato davvero piacevole e anche qui non ho assistito ad accadimenti violenti o di disturbo. Non è che sia il paradiso in terra eh, i fatti violenti non mancano,(come puoi leggere qui).
In sostanza è una città assolutamente da vedere, da vivere pienamente, però è arrivato il momento di salutarci Madrid.

È stato un piacere.

Hasta luego.

¡Hala Madrid!




sabato 7 novembre 2015

Pillole di Madrid part 3 - Una città in piazza contro le violenze di genere

Madrid scende in piazza contro la violenza di genere con una manifestazione imponente che porta per le strade decine di migliaia di persone, tra donne, uomini e giovani.

Piazza de las cibeles dedicata alla battaglia contro la violenza machista.
Qui ti ho già parlato della violenza di genere e della strada ancora lunga che la Spagna deve fare contro la discriminazione di genere. Come avrai notato dagli ultimi post, in questi giorni mi trovo a Madrid e dopo aver assistito alla protesta silenziosa delle scarpette rosse in Puerta del Sol con lo sciopero della fame, non potevo perdere l'imponente manifestazione che dal Paseo del Prado ha percorso tutta la Gran Via, tra cori, musica, rabbia e tanta consapevolezza. Sì, perché ad organizzare la manifestazione c'erano i collettivi femministi di tutta la Spagna.
Come in Italia, anche in Spagna la problematica della violenza di genere è molto sentita, con circa 75 donne uccise nel 2014 e le circa 266 denunce di casi di violenza di genere, che ogni giorno la polizia si trova a ricevere.

Il presidio a Puerta del sol
Si chiede una presa di coscienza forte da parte delle forze politiche, leggi più severe che possano impedire il reiterare di reati già denunciati e soprattutto l'affermazione di quello che è il diritto di ognuno a vivere la propria vita in libertà. L’approvazione della legge sulla parità di genere del 2007 non è stata sufficiente. Con una legge si possono comminare pene, ma non si cambia la mentalità.

Come affermato durante la manifestazione.

Le discriminazioni di genere sono una questione di Stato e come tale devono essere trattate. 

La folla di Madrid, piena di giovani regala una visione ottimistica del futuro. Tutto parte dall'educazione al rispetto.



Ora ti lascio alle foto e a qualche video.

In piazza tutto il movimento femminista spagnolo
Il corteo partito dal Paseo del Prado



Anche la Chiesa oggetto della protesta

Molte forze politiche presenti, tra cui Podemos

Contro tutte le violenze di genere

Le femministe madrilene

Sulla Gran Via

Parti del lungo corteo

Sopportare i maltrattamenti non è dignità né amore

Il silenzio ci fa complici

Parti del corteo

Combattività femminista

Simboli

Parti del corteo

La precarietà è una forma di violenza

La testa del corteo

L'arrivo a Piazza di Spagna

Podemos
 
L'importanza di denunciare

Pillole di Madrid part 2 - Una partita al Bernabeu

Il Real è la storia della Spagna, in alcuni momenti positivi, altri negativi, Sarà banale dirlo, ma andare a Madrid e non avvicinarsi nemmeno a quel tempio del calcio che è il Santiago Bernabeu, è un affronto alla storia della città, che piaccia o meno il calcio. Poi per chi come me è affascinato dalla storia e dalla grandezza del Real Madrid è quasi un obbligo doppio. Se ci aggiungete la partita di cartello di Champions league, Real Madrid - Paris Saint Germain, non c'era da tentennare nemmeno davanti al prezzo esoso.


La partita dei campioni



Quando si ritrovano in campo campioni come Cristiano Ronaldo (solo Cristiano per i madridisti), Isco, Sergio Ramos, Modric,Toni Kroos da un lato e Di Maria, Ibrahimovic, Cavani e Thiago Silva dall'altro non può che suscitare grandi attese. Soprattutto per la mia prima volta al Bernabeu, uno stadio che definire teatro è poco. Sì perché la partita non ha deluso le attese, soprattutto grazie al Psg che ha giocato una partita coraggiosa, con buone occasioni, qualche palo e tanti preziosismi soprattutto di Di Maria e Ibrahimovich. Non serve specificarlo basta vedere le foto e i video, pur stando al terzo anello, la visibilità dello spettacolo è sublime. Da un lato i numerosi tifosi francesi si facevano sentire, protetti da un'invisibile rete, per evitare il lancio di oggetti. Da l'altro il "fondo sur" madrileno cantava compatto, con la coreografia che spegneva gli iniziali bollenti spiriti francesi, "Contigo empezo todo" a ricordare la prima Coppa dei Campioni vinta dal Real nel 1956 a Parigi, quando il Psg nemmeno era stato ancora fondato. Le altre parti dello stadio, piene anche di turisti, si godevano la partita accendendosi di volta in volta nei momenti caldi. Un vero e proprio teatro, altro che stadio.


Uno stadio cinque stelle

Sì, perché ero già stato al Bernabeu qualche anno fa, sebbene solo per il tour turistico e per ammirarlo nel giorno senza partita con il museo. Devo però dire che si apprezza di più quando svolge la sua funzione principale, ospitare una partita di calcio. La verticalità delle tribune è perfetta per la visibilità in qualsiasi punto del campo, lo spazio è comodo e tutto è funzionale a svolgere quella funzione.

Ecco alcune le 5 pillole sul Bernabeu:

  1. Fino a ora uno stadio con il wifi gratuito compreso nel biglietto non l'avevo mai visto.
  2. Sarò abituato male, perché quei pochi stadi di serie A italiana, che ho frequentato erano più che fatiscenti, ma vedere i filmati delle altre partite di Champions nell'intervallo è troppo comodo.
  3. Quel calore che senti dentro dopo qualche minuto, non è l'emozione di stare nel tempio del calcio, ma l'impianto di riscaldamento che irradia dall'alto.
  4. Fino a ora un centro di scommesse in uno stadio non l'avevo mai visto.
  5. Campo perfetto, stadio extra lusso, ristorante stellato e vari pub intorno; scale mobili, steward sempre presenti. Quando potremo avere una cosa del genere in Italia? Soprattutto quanto costerebbe entrarci, visto che gli ingressi nei fatiscenti stadi di serie A sono già molto cari?


A ogni modo uno stadio così non l'avevo ancora mai visto, qualche anno fa il Madrid veniva denominata la squadra dei Galacticos. Sebbene quella squadra infarcita di stelle abbia vinto ben poco, lo stadio resta di un altro pianeta.




domenica 1 novembre 2015

Pillole di Madrid




Pensate a un Paese in crisi, con tassi di disoccupazione oltre il 50%, sfiducia verso la politica ad altissimi livelli, perennemente divisa, avvolta nel pessimismo e con oltre 700.000 giovani emigrati solo nel 2014. La vita nell'Europa latina non è facile e sono tanti i problemi. Ok, di che Paese sto parlando?
No, non è l'Italia, ma la Spagna. La crisi che vive il Paese è endemica nel sistema stesso, la poca unità poi fa il resto.

Qui ho scritto di quanti spagnoli vanno via ogni anno. Un problema simile a quello che sta vivendo l'Italia.

In questi giorni mi trovo a Madrid (qui puoi capire perché e sei vuoi leggermi puoi farlo seguendo questo link) e sarebbe superficiale dire che la crisi non si sente. Pochi giorni in una delle capitali europee più movimentate d'Europa non sono un test probante, ma possono comunque rappresentare un buon termometro dello stato di salute di questa città.

Qui ho scritto di alcuni progetti che sono stati conclusi a Madrid e che hanno trasformato la città. Sì, è vero la vecchia Spagna è in crisi e prima o poi la politica di Rajoy farà i conti con la storia, però c'è un diverso modo di sentirla la crisi.

Lo stile di vita e questa "maledetta" movida aiutano.ù
Ecco cinque cose che ho visto in questi giorni:

1) Non sorprenderti di quanta gente c'è per strada, perché il giorno dopo sarà ancora di più. Poi non pensare a una piazza piena, se prima non vedi quanto è piena la sera di un giorno qualsiasi Piazza puerta del Sol.
2) Le voci della strada che ho sentito voteranno Podemos, ma il sentore generale è che vincerà di nuovo Rajoy le elezioni, perché ci sono ancora troppi over50 conservatori. I giovani devono attendere dopo i disastri di Zapatero.
3) Mai visto una città così aperta di mentalità come Madrid, a Chueca e Malasaña insegnano peace e love. Son conservatori e poi così aperti. Ma quanto è ampia la frattura tra la vecchia e la nuova generazione in Spagna?
4) Difficile sentir parlare di Franco, si sente che hanno il complesso di essere rimasti sotto dittatura così tanto tempo.
5)Non ti meraviglierai mai di quante tapas riusciranno a portarti con una caña di birra e ti ritroverai a pagare solo qualche euro. 


Real junkie food lifestyle.

Non prendete sul serio queste generalizzazioni, sono solo chiacchiere su Madrid.
Pillole appunto.