Siamo tutti oggetto di manipolazione e disinformazione organizzata. Le
notizie sono semplici fatti, sta a chi informa diffonderle o
manipolarle. La narcolessia mediatica è proprio quella che ci
propina chi oscura e manipola il mondo dell'informazione.
Cercare di uscire da questo sistema perverso è dovere
di qualsiasi essere pensante.
La dedica della settimana
Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche
Felice Belloli,
presidente della Lega Nazionale Dilettanti di calcio.
Dopo le dichiarazioni simil-razziste di Tavecchio durante la corsa a presidente della Figc, poi passate nel silenzio con l'elezione alla Federcalcio, un altro presidente della Lega dilettanti (Tavecchio aveva la stessa carica) offre il meglio di sé con un'altra grave esternazione tra il sessista e l'omofoba.
Non voglio dedicare un post a parole e personaggi del genere, figuriamoci, in Italia sono già tante le chiacchiere inutili poi finite nel dimenticatoio, soprattutto nello sport. Però queste dichiarazioni fanno pensare molto al livello della nostra società.
Si sa, il mondo dello sport ha tanto da ricostruire e sono tanti gli aspetti su cui intervenire.
Uno tra tutti è quello dell'integrazione, della tolleranza e della convivenza pacifica che dovrebbero essere le basi dello sport e del calcio, ma il professionismo ha smesso di esserlo da tanto tempo.
L'omofobia è il classico argomento tabù. Per molti, gli omosessuali nel calcio non ci sono, per altri hanno paura di farsi avanti.
Con questi dirigenti e il clima degli stadi propenderei per la seconda ipotesi.
Se questa è la classe dirigente quanti passi in avanti si possono fare?
Pensando a queste stupide parole non può non venirmi in mente una celebre battuta.
Guardate quest'uomo: sembra un deficiente e parla come un deficiente, ma non lasciatevi ingannare: è veramente deficiente!
Groucho Marx
La dedica della settimana voglio però dedicarla a cose serie, non a queste parole stupide.
Il 17 maggio è la giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia. Oggi, come domani e ogni altro giorno, dovremo ricordarci dell'ignoranza e delle intolleranza da combattere, perché nessuno sia più vittima di discriminazione.
Tabù
Tra tutti i tabù della società italiana, quello dell'omofobia e della transfobia sono forse i più radicati.
Esiste un'emergenza omofobia in Italia? Per molti i dati sono esagerati.
Nel novembre 2014 da un'indagine di Studenti.it si rivelava una situazione preoccupante.
Il 58% degli studenti ha subito o ha assistito ad episodi di omofobia. Nel dettaglio, il 38% dice di aver assistito a battutine, discriminazioni ed episodi di omofobia da parte di studenti nei confronti di altri studenti, il 12% dichiara di aver assistito a episodi di questo tipo da parte di professori a danno di studenti mentre l'8% ne è stato vittima in prima persona. Solo il 42% degli studenti ha dichiarato di non aver mai assistito ad episodi omofobici all'interno delle mura scolastiche.
La società si costruisce dai giovani e in questi ambienti è molto difficile rilevare i casi di discriminazione o bullismo, molti non denunciano o si nascondono. Dall'inizio dell'anno sono stati tanti i casi di discriminazione o violenza e venticinque quelli di suicidio di giovani umiliati.
I semplici numeri non devono fuorviare, la battaglia è culturale e bisogna combatterla con tutti i mezzi culturali disponibili affinché non sia abitudine la pericolosa tendenza all'emarginazione di molti giovani solo perché
diversi per orientamento sessuale, o per il colore della pelle, o per l'aspetto fisico.
Che significherà poi diverso, diverso da cosa?
Siate fieri, siate alleati
L’iniziativa dell'Onu per la Giornata Internazionale contro l'Omofobia è accompagnata dallo slogan “Siate fieri, siate
alleati” e invita tutta la comunità a non nascondersi e il resto del mondo
a non giudicare.
La campagna è stata lanciata da un video trasmesso a New York in Times Square in cui numerosi volti, numerose persone, si dichiarano e mostrano i loro nomi e la loro quotidianità senza nessuna etichetta. C'è Edward,
un giornalista televisivo, c'è Brooke un vigile del fuoco, Melissa un avvocato e tanti altri cittadini LGBTI da ogni parte del mondo che hanno
deciso di partecipare alla campagna e di fare coming out mostrandosi.
La battaglia nel mondo per la lotta all'omofobia è ancora lunga perché tanti subiscono violenza e discriminazione.
Unioni di fatto
In Italia si sono fatti tanti passi avanti, nonostante il ritardo culturale e il Vaticano. Però a livello legislativo siamo sempre in ritardo, soprattutto rispetto agli altri Paesi europei. Sempre fuori dall'Unione quando vogliamo. Da noi si discute ancora sull'opportunità o meno di legiferare in tal senso, se è opportuno fare una legge contro la violenza omofoba e di genere, mentre l'Europa corre al doppio nel riconoscere i diritti. In Lussemburgo si è avuto il primo matrimonio per un premier dell’Unione europea dichiaratamente gay, come il primo ministro Xavier Bettel che ha sposato il suo compagno Gauthier Destenay grazie alla legge approvata nel giugno 2014. In Italia la situazione è come al solito molto confusa vista l'assenza di una legge specifica.
Il Governo Renzi ha annunciato più volte l'intenzione di regolamentare le unioni gay con una proposta di legge che dovrebbe riconoscerne legalmente l’unione con l'applicazione alle coppie gay di tutte le disposizioni previste per il matrimonio, ma siamo ancora alle attese e ai timidi slogan. Non è ancora la volta buona.
Bisogna sempre lottare per diritti che dovrebbero essere riconosciuti de facto e invece, come anche per la questione delle adozioni, si fa prevalere la morale personale su quelli che dovrebbero essere invece diritti oggettivi.
Intanto vi lascio con un video di un'iniziativa del amministrazione cittadina di Vienna che, in occasione dell'Eurovision Song Contest, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sulla diversità di genere e sulle discriminazioni omofobe.
Perché ogni amore ha pari dignità.
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