martedì 26 maggio 2015

Difetti di comunicazione. Linkiesta, il Movimento cinque stelle in Liguria e la memoria di Peppino Impastato

Le elezioni regionali e quelle amministrative si avvicinano e non mancano le polemiche.
La diffusione di internet e della rete ormai è forte e buona parte delle battaglie politiche ormai si fanno sui social network.
Davanti allo schermo di un pc o attraverso un telefonino è più semplice esprimere la propria opinione con toni accesi, parole forti e molte volte al limite dell'attacco violento.
Il dissenso è acceso soprattutto sui social che sono diventati i canali di comunicazione principali.

L'occasione per parlarne in #DifettiDiComunicazione nasce dal caso sollevato da Casa della legalità e poi ripreso da un articolo del blog di Luca Rinaldi su Linkiesta, per la candidatura alle elezioni regionali liguri nella circoscrizione di Imperia di Daniele Comandini del Movimento Cinque Stelle.



Lo so cosa vi starete chiedendo ora, anche i Cinque stelle hanno degli impresentabili nelle liste?

Se leggete l'articolo di Rinaldi sembrerebbe di sì.
In realtà no. Ma andiamo per gradi.



Da dove deriva la polemica


Non tanto per la persona di Daniele Comandini, ma per la sua amicizia con Carmine Mafodda, figlio di Palmiro Mafodda «ritenuto un elemento di spicco dell'omonima famiglia ndranghetista operante del comprensorio di Arma di Taggia (Imperia)».
Mafodda si è segnalato come un attivista molto presente all'interno dei meetup di Imperia, però la sua parentela diretta con un clan ndranghetista così forte, fa sorgere molti allarmi.

Se i dubbi di etica politica intorno all'opportunità di Comandini di circondarsi di un personaggio scomodo come Mafodda possono essere leciti ed è giusto che si controlli e si mantenga alta l'attenzione sul caso, l'articolo di Rinaldi opera un processo di generalizzazione troppo ampio costruendo un articolo che sembra avere un obiettivo che l'autore persegue e una chiara volontà strumentale di attacco generalizzato nei confronti del Movimento Cinque Stelle.

Non ho scelto di aprire il blog per fare diffusione politica e credo che presentare i fatti in maniera equa possa contribuire a costruire un Paese più democratico. Inoltre, lungi da me l'attività politica e soprattutto parteggiare per  i Cinque Stelle.

Il caso acquista una maggiore eco mediatica con l'esternazione fuori luogo della candidata del Movimento alla presidenza della Regione Liguria, Alice Salvatore che tenta una goffa e autolesiva difesa, paragonando Mafodda a Peppino Impastato e dicendo che «Anche Peppino Impastato era figlio di mafiosi».
Se avete letto qualche post di questo blog sapete bene  quanto io sia sensibile al ricordo di Peppino






 Le condanne


Le parole della candidata vanno condannate e stigmatizzate come ha fatto il presidente di Casa della legalità Abbondanza e come ha fatto il fratello di Impastato.

La storia di Peppino è conosciuta da tutti, è una figura di rilievo internazionale che non può essere strumentalizzata da nessuno e in nessuna occasione, elettorale e non. Non abbiamo mai negato il carattere mafioso della nostra famiglia, ma Peppino ne ha preso le distanze fin da subito, ha lottato e ne ha pagato con la sua vita

La querelle è poi proseguita con l'annuncio di Comandini di ritirarsi dalle elezioni nella forma di promessa pubblica che non ha valore legale, visto che per ritirarsi è necessario presentare alle autorità competenti un richiesta scritta.  
La questione è diventata rovente sui social, quando la pagina di Peppino Impastato ha ripreso l'articolo di Rinaldi, facendo suo il titolo e scatenando l'ira di molti attivisti. Non si sono sprecati i soliti commenti iracondi e "violenti" (come sempre quando al centro della polemica è il M5S).

Grazie all'esternazione della candidata e alla strumentalizzazione che anche l'articolo di Rinaldi fa il focus dell'attenzione mediatica è passato sulla memoria di Impastato infangata da tutto il Movimento Cinque Stelle.


Come in due mosse il Movimento 5 Stelle Liguria insulta la memoria di Impastato e prende in giro gli elettori: Il.
Posted by Peppino Impastato on Lunedì 25 maggio 2015


 

C'è sempre un motivo


Lo scopo del giornalista de Linkiesta è stato raggiunto. Non si tiene conto che  il gesto di ritiro di Comandini, seppur senza rilievo giuridico, ha comunque una rilevanza politica e che non ha esempi in altre liste o contesti e che, a rigor di regole, il candidato è candidabile e non impresentabile.
Si può dire tanto nei confronti del Movimento di Beppe Grillo ma il fatto che non abbia candidati impresentabili è un valore positivo di per sé. Senza entrare nel merito dei singoli.

La finalità dell'articolo si mostra comunque alla fine, quando Rinaldi chiude con un attacco insensato e generalizzato a tutto il movimento.


Ecco il piccolo Bignami targato 5 Stelle per infangare la memoria di Peppino Impastato e prendere in giro i suoi elettori e l’intelligenza dei cittadini che dicono di voler portare in palmo di mano. Intanto intorno a questa vicenda c’è tanto silenzio da parte dei big. Gli impresentabili dunque, checchè ne dicano quelli del Movimento, stanno dappertutto, e in questo caso forse più dei candidati, gli impresentabili sono quelli che hanno preso in giro l’intelligenza delle persone.


Il rammarico è che il nome di Peppino Impastato sia stato oggetto di doppia strumentalizzazione, sia da un lato (gli accusatori) che dall'altro (gli accusati) e coinvolga quelle persone che lottano quotidianamente per mantenerne alta la memoria. 
Il risultato di questo non è buon giornalismo e neanche buona informazione.


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