mercoledì 6 maggio 2015

#Libriamo e i Cento Passi ancora di Salvo Vitale nel ricordo di Peppino Impastato.

In un Paese in deficit di lettura è importante trasmettere le belle sensazioni che la lettura può regalare, soprattutto grazie a un libro che è capitato nella propria vita. Leggere è un viaggio intimo dentro noi stessi e per questo è importante intraprenderlo con la scelta del libro giusto. Non c'è una regola precisa per capire quale sia il libro giusto da leggere, l'importante è darsi la possibilità di scelta, perché, se il primo passo da fare è quello di iniziare a leggere, il secondo fondamentale è quello di scegliere bene.
I buoni libri migliorano la vita, ci fanno crescere e cambiano le nostre prospettive. Non bisogna mai sottovalutare la loro potenza con la consapevolezza che una vita senza lettura è più povera.
La mia sarebbe stata sicuramente anche più triste.

Anche questa settimana,


#Libriamo


Titolo     Cento passi ancora. Peppino Impastato, i compagni, Felicia, l'inchiesta
Autore    Salvo Vitale
Prezzo     € 10,20
2014, 153 p.
Editore    Rubbettino  (collana Zonafranca)

Questa settimana vi libro un ricordo particolare, uno dei personaggi che mi ha più colpito nelal lotta alla mafia.
Questo è un periodo speciale per parlarne, infatti, tra qualche sarà l'anniversario della sua morte.
Sto parlando di Peppino Impastato e di quei cento passi che lo dividevano da un tragico destino.


Per questo, il libriamo di oggi deve essere obbligatoriamente dedicato alla sua memoria. Non si tratta di un libro che semplicemente racconta la vita di Peppino, su questo argomento lo stesso autore ha già "dato".
Dopo I cento passi, ci sono I cento passi ancora  perché non si dimentichi la strada che è stata fatta e gli ostacoli superati per arrivare all'affermazione della verità. Infatti, questo libro è un'analisi lucida di quello che accadde dopo la morte di peppino.
Un diario trasformato in libro che racconta la lotta ai depistaggi e alle difficoltà per affermare la verità.

Quando lo Stato odora di mafia



Sono tanti i libri sulla mafia fino a ora pubblicati, alcuni sono dei saggi freddi e cinici su numeri e fatti, altri invece sono delle testimonanze scritte a caldo dopo stragi e omicidi, sull’onda delle emozioni che suscitarono nell'opinione pubblica in quel momento. L'Italiaè un Paese che ha vissuto tante di queste stagioni, alternando furore popolare a scetticismo, per poi tornare nel dimenticatoio della solita routine.
Sì, perché è facile scadere nella retorica quando si tratta di mafia e delle storie delle sue vittime, soprattutto per chi cerca di cavalcare il momento mediatico.
Ci sono poi quei libri scritti a freddo,  quando ormai la storia è stata archiviata nella memoria delle persone e posta nello scaffale dei ricordi, buona da riprendere, se va bene, una volta all'anno.
Accade così per Do Puglisi, così per Siani e così per Impastato.
Perché mantenere vivo un ricordo è sempre difficile e scrivere un libro su quei fatti passati a storia è sempre difficile.
Ugualmente dura è tornare sull’argomento quando il momento magico della tematica sembra passato in secondo piano.

Far valere la verità in Italia è un'impresa ardua e il "Cento passi ancora. Peppino Impastato, i compagni, Felicia, l’inchiesta" di Salvo Vitale lo dimostra. Vitale già autore della biografia di Peppino Impastato a cui si ispirò la sceneggiatura del film "I cento passi", di Marco Tullio Giordana, ci offre un resoconto di quello che accadde dopo il barbaro omicidio di Peppino.
Quella battaglia iniziata nel 1977 da Felicia, la mamma coraggio di Peppino morta nel 2010, e dal fratello di Impastato Giovanni e tutti i suoi amici dopo il ritrovamento del cadavere sfigurato.
In questi anni mafiosi, carabinieri e giudici dell’epoca hanno cercato di far passare per suicidio o per morte accidentale durante la preparazione di un attentato dinamitardo quel barbaro omicidio.
Il libro di Vitale ci racconta proprio questa lotta nella ricerca della verità contro la connivenza di parti delle Istituzioni che sono scese sempre a patto con la criminalità, affinché il sacrificio di Peppino non fosse reso vano, anche decenni dopo nella sfida all'indifferenza.

Nessun commento:

Posta un commento