In un Paese in deficit di
lettura è importante trasmettere le belle sensazioni che la lettura può
regalare, soprattutto grazie a un libro che è capitato nella propria
vita. Leggere è un viaggio intimo dentro noi stessi e per questo è
importante intraprenderlo con la scelta del libro giusto. Non c'è una
regola precisa per capire quale sia il libro giusto,
l'importante è darsi la possibilità di scelta, perché, se il primo passo
da fare è quello di iniziare a leggere, il secondo fondamentale è
quello di scegliere bene.
I
buoni libri migliorano la vita, ci fanno crescere e cambiano le nostre
prospettive. Non bisogna mai sottovalutare la loro potenza con la
consapevolezza che una vita senza lettura è più povera.
La mia sarebbe stata sicuramente anche più triste.
Anche questa settimana,
#Libriamo
Questa settimana dedico questo spazio al più importante premio italiano dedicato ai libri, il Premio Strega 2015 e alla cinquina di finalisti resa nota, su cui si deciderà il 2 luglio il vincitore del 2015.
Ti ho già parlato qui del libro su Samia di Giuseppe Catozzella, protagonista del premio assegnato dai giovani dell'anno scorso, mentre lo Strega più importante andò a Francesco Piccolo con Il desiderio di essere come tutti.
Ok, ho sempre pensato che questi premi siano un modo autoreferenziale per celebrarsi da parte delle case editrici e che negli anni abbiano sempre risposto alla logica della spartizione, però è anche indubbia la loro importanza.
Perché, tra tanta cultura mercificata e mortificata, un po' di clamore mediatico intorno ai libri è sempre ben accetto, soprattutto in periodi di crisi come quello che sta vivendo l'editoria di questi anni.
Per questo, il Libriamo della settimana è dedicato alla cinquina del Premio Strega e al primo classificato nella prima votazione: Nicola Lagioia con La ferocia.
Prima votazione
Nicola Lagioia, La ferocia (ed. Einaudi) 182
Mauro Covacich, La sposa (ed. Bompiani) 157
Elena Ferrante, Storia della bambina perduta (ed. e/o) 140
Fabio Genovesi, Chi manda le onde (ed. Mondadori) 123
Marco Santagata, Come donna innamorata (ed. Guanda) 119
Clara Sereni, Via Ripetta 155 104
Wanda Marasco, Il genio dell’abbandono 93
Zerocalcare, Dimentica il mio nome 70
Marina Mizzau, Se mi cerchi non ci sono 66
Vinicio Capossela, Il paese dei coppoloni 59
Paolo Zardi, XXI Secolo 50
Vins Gallico, Final Cut 43
Il mio giudizio si rivela sempre meno attendibile dal punto di vista della giuria, visto che, mi erano piaciuti molto proprio il libro di Clara Sereni Via Ripetta 155, quello di Marina Mizzau Se mi cerchi non ci sono, Il paese dei coppoloni di Vinicio Capossela e il Final Cut di Vins Gallico, tutti fuori dalla cinquina. A "salvarmi" è stato solo l'ottimo Fabio Genovesi con Chi manda le onde, premiato dai giovani con il Premio Strega "junior", un po' a sorpresa (almeno per me) davanti a Zerocalcare.
Ora non resta che aspettare il due luglio per la finale per capire chi vincerà l'ambito premio, intanto puntiamo gli occhi sui cinque libri finalisti.
Oggi è il giorno di
Dopo "Riportando tutto a casa" ritorna Nicola Lagioia con il romanzo "La ferocia".
Lo sfondo è sempre quello di Bari, ma se il primo era un romanzo di formazione e di caduta della gioventù barese degli anni Ottanta, questa volta la storia è ambientata ai nostri giorni.
Si tratta sempre di caduta, ma questa volta tratta un male dilagante, quello delle famiglie che hanno conosciuto un'ascesa veloce e fosca, che si muove in una società borghese diventata feroce.
Tutto inizia con l'immagine di una donna, Clara, che finisce per essere travolta mentre cammina sul ciglio della statale Bari-Taranto nuda e piena di sangue. Viene trovata morta ai piedi di un autosilo e si pensa a un suicidio, poi si scopre che la vittima è la terzogenita della famiglia Salvemini, ricca e potente famiglia barese di costruttori.
Questa tragedia apre il vaso di pandora sulla borghesia barese e sui Salvemini in particolare, che saranno colpiti da un vero e proprio terremoto all'interno, incapaci di affrontare il lutto, vedranno sovvertire ancora di più i rapporti tra il capo famiglia Vittorio, sua moglie Annamaria e i figli Ruggero, Michele e Gioia.
La Ferocia è quindi la storia della caduta dei Salvemini e del loro potere economico, tra rapporti complessi con il potere politico, economico e accademico.
Ma non è solo noir e non è solo un romanzo di caduta, è anche viaggio a ritroso nella ricostruzione della vita di Clara e del suo rapporto con la famiglia, in una casa in cui non si comunica e con genitori che definire anaffettivi è poco. In contrasto con tutto questo, c'è la figura di Michele, il fratello minore di Clara, con cui aveva un rapporto asfissiante e morboso, fatto di gelosia e attenzioni, fin quando Michele diventato uomo e giornalista "abbandona" Clara per cercare fortuna a Roma. In quel momento, il loro rapporto cambia e cambia Clara stessa. Quando Michele ritorna a Bari per la morte della sorella, sarà incapace di accettarla, farà emergere tutto quell'amore che c'era tra loro chiedendosi chi fosse diventata Clara, ormaidonna placida e altezzosa.
Non accetterà la tesi del suicidio.
In un veloce ritmo narrativo, con cambi di scena e flashback continui, un linguaggio libero ma ricercato e coinvolgente, si snoda la storia di Lagioia che oppone alla ferocia della società barese, "l'amore" tra i due fratelli, che sfidano la crudeltà di ciò che c'è intorno oltre la dura realtà della morte, mostrandoci le contraddizioni e i fantasmi della ricca periferia barese e gli scheletri che ci sono dietro ogni rapida ascesa sociale, perché si è sempre in bilico tra splendore e disastro.
Oggi è il giorno di
La ferocia
Titolo La ferocia
Autore: Nicola Lagioia
pp. 412 pag., 19,50 €
Editore Einaudi 2014 (Supercoralli)
Dopo "Riportando tutto a casa" ritorna Nicola Lagioia con il romanzo "La ferocia".
Lo sfondo è sempre quello di Bari, ma se il primo era un romanzo di formazione e di caduta della gioventù barese degli anni Ottanta, questa volta la storia è ambientata ai nostri giorni.
Si tratta sempre di caduta, ma questa volta tratta un male dilagante, quello delle famiglie che hanno conosciuto un'ascesa veloce e fosca, che si muove in una società borghese diventata feroce.
Tutto inizia con l'immagine di una donna, Clara, che finisce per essere travolta mentre cammina sul ciglio della statale Bari-Taranto nuda e piena di sangue. Viene trovata morta ai piedi di un autosilo e si pensa a un suicidio, poi si scopre che la vittima è la terzogenita della famiglia Salvemini, ricca e potente famiglia barese di costruttori.
Questa tragedia apre il vaso di pandora sulla borghesia barese e sui Salvemini in particolare, che saranno colpiti da un vero e proprio terremoto all'interno, incapaci di affrontare il lutto, vedranno sovvertire ancora di più i rapporti tra il capo famiglia Vittorio, sua moglie Annamaria e i figli Ruggero, Michele e Gioia.
La Ferocia è quindi la storia della caduta dei Salvemini e del loro potere economico, tra rapporti complessi con il potere politico, economico e accademico.
Ma non è solo noir e non è solo un romanzo di caduta, è anche viaggio a ritroso nella ricostruzione della vita di Clara e del suo rapporto con la famiglia, in una casa in cui non si comunica e con genitori che definire anaffettivi è poco. In contrasto con tutto questo, c'è la figura di Michele, il fratello minore di Clara, con cui aveva un rapporto asfissiante e morboso, fatto di gelosia e attenzioni, fin quando Michele diventato uomo e giornalista "abbandona" Clara per cercare fortuna a Roma. In quel momento, il loro rapporto cambia e cambia Clara stessa. Quando Michele ritorna a Bari per la morte della sorella, sarà incapace di accettarla, farà emergere tutto quell'amore che c'era tra loro chiedendosi chi fosse diventata Clara, ormaidonna placida e altezzosa.
Non accetterà la tesi del suicidio.
In un veloce ritmo narrativo, con cambi di scena e flashback continui, un linguaggio libero ma ricercato e coinvolgente, si snoda la storia di Lagioia che oppone alla ferocia della società barese, "l'amore" tra i due fratelli, che sfidano la crudeltà di ciò che c'è intorno oltre la dura realtà della morte, mostrandoci le contraddizioni e i fantasmi della ricca periferia barese e gli scheletri che ci sono dietro ogni rapida ascesa sociale, perché si è sempre in bilico tra splendore e disastro.
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