giovedì 18 giugno 2015

#Libriamo Chi manda le onde di Fabio Genovesi

In un Paese in deficit di lettura è importante trasmettere le belle sensazioni che la lettura può regalare, soprattutto grazie a un libro che è capitato nella propria vita. Leggere è un viaggio intimo dentro noi stessi e per questo è importante intraprenderlo con la scelta del libro giusto. Non c'è una regola precisa per capire quale sia il libro giusto, l'importante è darsi la possibilità di scelta, perché, se il primo passo da fare è quello di iniziare a leggere, il secondo fondamentale è quello di scegliere bene.
I buoni libri migliorano la vita, ci fanno crescere e cambiano le nostre prospettive. Non bisogna mai sottovalutare la loro potenza con la consapevolezza che una vita senza lettura è più povera.
La mia sarebbe stata sicuramente anche più triste.
Anche questa settimana,

#Libriamo

Continua l'attesa per la serata finale del Premio Strega 2015 del 2 luglio e continua l'analisi dei finalisti presenti nella cinquina 2015. La scorsa settimana ti ho parlato de La ferocia di Nicola Lagioia edito da Einaudi, che ha ottenuto nella prima votazione il maggior numero di voti. Il libro finalista che vorrei librarti oggi non segue l'ordine della classifica, ma il mio gusto personale. Infatti questa storia mi è particolarmente piaciuta e spero sia lo stesso anche per la giuria del premio della Fondazione Bellonci.
Il Libriamo di oggi è su Chi manda le onde di Fabio Genovesi edito da Mondadori, vincitore del Premio Strega giovani.
L'autore originario di Forte dei Marmi è già noto per Versilia Rock City, Esche Vive, Morte dei Marmi e Tutti primi sul traguardo del mio cuore.


Titolo Chi manda le onde
autore Fabio Genovesi
pagine 391
editore Mondadori
Mi sa che a questo mondo se vuoi piacere alla gente, devi essere grigio come loro. Noi non siamo grigi, e ce la fanno pagare ogni giorno. Il problema non sono le bugie.
Il problema è la verità, che fa proprio schifo.



Alla ricerca del mare

L'immensità del mare e l'inesorabile andirivieni delle onde che travolgono per sempre la vita di personaggi che non sono protagonisti del loro destino, ma persone poste ai margini, diverse o bloccate da sogni non realizzati, Questo racconta la storia di Genovesi. Tutti hanno problemi o difficoltà, come Luna, la bimba albina con problemi di vista in condizioni di luminotsità, che non può stare al sole.

Qua dentro posso tenere gli occhi aperti e rilassati, la testa non mi fa male, non sento bruciore e la luce non mi abbaglia, ma chi cavolo l'ha detto che sentirsi bene è quando non senti niente? È come dire che divertirsi è quando non ti stanchi, che essere felici è quando non ti succede nulla di brutto. E lo so che tanti vivono così, ma allora vuol dire che quelli lì sono scemi.
Così vivono i personaggi del libro di Genovesi, ognuno con una propria dinamica e sempre in continuo rapporto con il mare. Luna sfida il suo problema perché non rinuncia all'immaginazione per "vedere" il mare. C'è il fratello Luca, che vive tra le onde sul surf. C'è Serena, la loro mamma, che li ha cresciuti da sola con la convinzione di non essere fatta per l'amore, ma che ha comunque la forza di rialzarsi. 

Tante donne infilano un uomo nelle loro giornate perché non gli piace la loro vita così com'è, ma per farsi più bella la vita non basta metterci dentro qualcosa di nuovo, bisogna metterci qualcosa di bello.

Alla ricerca dei sogni

Intorno a loro ci sono vari personaggi strambi, spersi e insieme pieni di vita, come Sandro, che vive a quarant'anni ancora con i suoi ed è innamorato di Serena. Ha la sindrome del rimandare sempre tutto, anche quello che lo aiuterebbe a rendere reale i suoi sogni. Il rimando è un po' la tendenza di tutti noi, quando desideriamo il cambiamento ma abbiamo paura di portare a termine determinate azioni che potrebbero stravolgere la nostra vita. Sapere di poterlo fare domani aiuta, ma in realtà aiuta solo a non cambiare.

Perché è l'ora di fare qualcosa, qualsiasi cosa. Sandro ha quarant'anni, porca puttana, quaranta. Da ragazzino pensava al Duemila e si immaginava di portare i figli a scuola in astronave e lasciarli a professori robot. Invece il Duemila è passato da un pezzo e siamo ancora piantati su macchine che sputano olio e veleni, i robot al massimo ti frullano la frutta e fanno partire l'annaffiatura nei giardini, e comunque Sandro non ha figli da portare a scuola, e nemmeno un lavoro vero. Nella sua vita niente è successo mai veramente.
C'è Zot, il bimbo di Chernoyl che passa il tempo in simbiosi con il bagnino in pensione Ferro, che è sempre in guardia contro l'invasione dei miliardari russi in Versilia. I due creano una simbiosi unica che tia bbraccia e coinvolge, ti commuove e ti diverte. Tutti i personaggi sono diversi tra loro, si ritrovano insieme, su una Jeep militare, in una missione che è in realtà la scoperta di sé stessi.
Ma stavolta no, stavolta se va male è solo colpa sua, sua e di questa scemenza del primo passo. Che ha senso solo se dopo viene il secondo, poi il terzo e avanti così, e tutti questi passi puntano in una direzione precisa che alla fine ti porta dove vuoi o grosso modo lì. Se invece il secondo e il terzo non ci sono, il primo passo è solo un piede messo davanti all'altro, e cosa cazzo ci fai? Niente, ecco cosa ci fai, e infatti la vita di Sandro è proprio così, un passo a destra, uno a sinistra, uno avanti e uno indietro... come un ballo improvvisato lì per lì, e ballando ondeggi e molleggi e magari sudi pure un po', ma alla fine sei rimasto nel solito posto.

Un racconto scritto con uno stile che coinvolge e allo stesso momento riesce a divertire, con l'ironia e la profondità di splendidi personaggi dalla grande forza narrativa.

Vite imperfette alla ricerca della forza per rendere reale il cambiamento e avvicinarsi davvero ai propri sogni.

Nessun commento:

Posta un commento