venerdì 15 aprile 2016

Che sia Sì o sia no, dillo al referendum, domenica 17 aprile non legittimare chi ti dice di non scegliere

Questo è dedicato a chi è abituato a strumentalizzare e a utilizzare la propria figura istituzionale per finalità politiche. Un po' come quegli ex presidenti della Repubblica che invitano ad astenersi dal votare un referendum, come se non andare a votare fosse una qualità.

In realtà questi i referendum di domenica 17 aprile sono passati in sordina e come al solito strumentalizzati. La "politica" si appropria sempre di tutte le battaglie e rende ogni cosa uno scontro tra partiti.



La strumentalizzazione di un referendum avviene quando il quesito sulle "trivelle" diventa una questione politica, se far chiudere o meno dei giacimenti e far perdere lavoro a degli operai oltre che prezioso petrolio al Paese.
In realtà non è questo che si voterà domenica, il 17 infatti si voterà per abolire una norma introdotta dalla legge di stabilità che cambiava una precedente legge  e che assicurava alle compagnie petrolifere, titolari della concessione a termine, un diritto di trivellazione del giacimento fino a completo esaurimento del pozzo. In pratica, lo Stato si "espropria" dei propri diritti su risorse inalienabili e le "cede" definitivamente o quasi alle compagnie petrolifere. Un bel regalo alle lobby petrolifere non c'è dubbio e un grande smacco sia per l'equilibrio geologico delle nostre coste e dei nostri territori, sia per evitare l'ennesimo favore alle lobby del petrolio. Perché l'Italia è il Paese delle lobbny che lavorano sottotraccia e che riescono a far inserire queste norme all'interno di Leggi di stabilità molto vaste e quindi capaci di passare quasi inosservate.


Si dirà che quel petrolio e quei combustibili fossili estratti da quei giacimenti potrebbero essere utili per il fabbisogno energetico del Paese, in realtà solo l'1% viene  indirizzato al fabbisogno nazionale, il restante viene esportato. È un gioco sempre a somma positiva per le compagnie petrolifere, che ora sfruttano una campagna mediatica favorevole, fatta di disinformazione e ostruzionismo. Non ultime queste posizioni di figure istituzionali, che dovrebbero stare in silenzio per rispetto dell'intelligenza degli elettori e della caratura del ruolo che ricoprono.

Ma si sa, in Italia nessuna figura istituzionale riesce a mantenersi al di fuori di questi giochi di potere e il referendum abrogativo viene utilizzato come ennesimo strumento di strumentalizzazione. Eppure, basterebbe modificare alcune caratteristiche di questo importante strumento di partecipazione popolare, magari aumentando il numero delle firme richieste e diminuendo il quorum al 35%.
Ma parliamo di fantascienza, si ha troppa paura del giudizio popolare, soprattutto se non si può veicolare con il voto o le leggi elettorali.

Abbiamo una legge elettorale che conferisce una maggioranza assoluta e la capacità di governare a una forza politica che ottieneil 40%, senza alcun quorum, mentre si ha paura di un corpo elettorale che può decidere tra un sì e un no.

Uno dei pochi strumenti per valutare nel merito l'operato di chi siede in Parlamento e ci governa e continuiamo a trattarlo in questo modo.

Per domenica, non seguire nessun tipo di consiglio in tv, informati un po', prendi una decisione più coscienziosa possibile e recati a votare.

Non esercitare il proprio diritto per motivi politici o di partito, significa diventare strumento di quella propaganda.

Tiratene fuori e scegli!

“Io sono un elettore che fa sempre il suo dovere” (cit.)

Non esserlo a fasi alterne, ma fallo sempre.

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