giovedì 15 gennaio 2015

La rabbia di quelle matite spezzate


 

Le copertine rinascono senza le stesse matite, senza lo stesso giornale ma forse con ancora più forza.

Gli occhi vuoti di una tragedia snervante.
Tutto è perdonato recita la copertina. Quella della rinascita dopo il tentato assassinio ma che può essere un ultimo saluto.
Parlano di guerra di cività, guerra all'occidente.
In questi giorni è facile ascoltare tante inutili parole e provare uguali, inutili sensazioni, capaci di svuotare anche il dolore più sincero.
La pochezza del mondo che ci circonda è inquietante.
Quanta inadeguatezza nei giudizi su fatti tragici che si susseguono senza sosta, in tv e tra le persone di più diverso ceto e credo. Le opinioni si differenziano tra il libertino d'occasione che dipinge il proprio habitat dei più noti slogan a quello che tollera tutto e tutti ma fino a un certo punto, per poi arrivare al credente che va bene che è  contro l'omicidio ma la religione non si tocca.
Come se la satira nella sua storia si sia mai fatta intimidire da un qualsiasi dio di passaggio.

Poi arrivano le azioni, quelle terribili, determinate e derminanti, che segnano la storia
Forzano e distruggono ogni cosa.
La violenza segna tutti i giorni ogni angolo del mondo lontano e dimenticato dal nostro punto di vista.
Brandelli di libertà d'espressione lasciati lì a terra, tra le tante vittime di tanti integralismi.
Una forzatura che non è solo religiosa ma razionale.

I buonisti dei distinguo

Pensare in questi giorni a tanto finto buonismo mi porta alla nausea. Finto come quella la tolleranza di quelli che hanno marciato a Parigi e poi hanno condannato Badawi a 10 anni di galera, una multa di oltre 200.000 dol­lari, e mille fru­state pub­bli­che, in piazza, per venti set­ti­mane suc­ces­sive.
Reo di aver "semplicemente" messo in discussione alcuni principi alla base del regime saudita con idee liberiste.

Ascoltare tanta omologazione provoca rabbia e rassegnazione e rischia quasi di farti cadere inello sconforto più totale e di diventare l'opposto di ciò che sei sempre stato. Diventi integralista pure avendolo sempre combattuto e odiato.
La sensazione di sentirsi fuori dal mondo aumenta, anche se poi ti rendi conto della grande contraddizioni, fuori dal mondo anche se perennemente connesso.


Vivo queste contraddizioni.

Poi chiudi gli occhi e immagini quella sensazione.

Una parola,
parola,
vola nell'aria
nei suoni
nel vento
si diffonde
in un lamento.
Silenzio
un disegno
un simbolo
un segno
significante,
terrificante.
Fermati,
fermali
esplosioni
sangue
e corpi inermi.
Matite spezzate.

Ferma il mondo,
ferma l'aria,
ferma il vento
Ferma tutto
ferma il silenzio.
Senti gli squarci nella mente
urlare non serve,
quel suono non smette.
Cancella quel simbolo,
spezza quelle matite,
strappa quei segni
insignificanti.

Brucia tutto
brucia quel mondo
brucia quei fogli.
A cosa serve tutto questo?

Sarai contento adesso?
Quella mano non c'è più
quel silenzio ora è morto
e quel suono ora è sordo.
Sei da solo...
Non lo sei, 
difficile capirlo.
Una volta morti non si è mai soli.
Sembra stupido ma è così.
Hai capito..
Sei fregato.

per quante mani tu abbia..
per quanta violenza ci metta..
per quanto strette siano quelle catene..
per quanto forte siano i tuoi spari..

il vento lo sarà di più..
trascinando suoni e disegni..

Non potrai fermare né le parole, né i suoni.
È in questi momenti che la voce della libertà esplode più forte,
crea simboli, idee e unità,
produce azioni 
incoraggia gli insorti.
Proteste più potenti delle armi,
suoni e immagini ancora più forti
come mille bombe ma che non lasciano morti.

Ai tanti Charlie Hebdo
morti per la civiltà
ma sepolti in un assordante silenzio.

Daniele


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