Ci sono linee che segnano il limite oltre cui non si può andare. Quelle linee che se oltrepassate scateneranno una reazione; una reazione decisa, violenta e inequivocabile. Il conflitto in Ucraina lo ha mostrato: la linea era rappresentata dai confini da non superare, da non attaccare. I civili da non colpire, ma solo per "errore". Quegli attacchi da nascondere, condannare e rivendicare come falsi.
Le vittime civili in Ucraina in questi due anni e mezzo di conflitto sono state circa 23mila. Numeri incerti come sempre quelli di una guerra. Saranno 30mila, 40mila. Vittime che diventano numeri. Non si identificano come individui e persone. Soprattutto quando l'attenzione mediatica si sposta. Quando quella linea viene forzatamente spostata altrove.
La linea sulle violenze sui civili era invalicabile. Sempre. o quasi. In Ucraina, quando ci sono stati massacri sui civili come a Bucha chi li ha commessi cercava di nasconderli, oppure di dissociarsi bollando tutto come propaganda del nemico. Si sono avviate indagini della corte internazionale di giustizia e si è accusato i criminali di guerra, ma si tendeva a negare a nascondere.
Negli anni 90, a guerra fredda terminata, sono stati tanti gli interventi militari per salvare i civili da eccidi. Ovviamente in contesti dove le potenze occidentali avevano interessi geopolitici.
Stiamo imparando che invece quando sono "potenze amiche" a perpetrare questi crimini, la carta delle violenze sui civili non vale e la linea si può spostare in avanti e all'infinito. Perché non serve nemmeno più negare.
In 70 anni di occupazione della Palestina si è permesso a Israele di fare qualsiasi cosa. Continuare ad armarsi senza limiti; rendere carta straccia risoluzioni Onu; costruire muri; isolare milioni di persone,; richiuderle in gabbia; commettere eccidi; affamarle oltre che a arrestarle arbitrariamente a perseguire una politica di apartheid e avviare processo di colonizzazione territoriale senza opposizione.
Dal 7 ottobre 2023 però la linea è stata del tutto cancellata. Quell'orribile massacro (che non può non essere definito crimine) compiuto da Hamas su 1200 persone ha mostrato a tutto il mondo cosa possono produrre decenni di occupazione e di apartheid oltre che una politica colonizzatrice portata avanti dal governo più estremista della storia di Israele. Il 7 ottobre ha cancellato ogni linea. Ogni limite. Gli ostaggi considerati non più persone, ma considerati uno strumento di scambio o un motivo violento di vendetta. L'obiettivo non è mai stato liberarli dalle mani dei terroristi, ma far pagare il conto a tutto il mondo intorno e finalmente portare avanti una politica di conquista avendo mani libere.
La prima linea era tracciata sugli obiettivi civili.
Israele non ha mai avuto remora nel colpire civili, ammazzare giornalisti o arrestare indiscriminatamente chiunque senza alcuna prova. Con il 7 ottobre si è però aperto un nuovo campo. quello del genocidio. In un anno di bombardamenti e violenze in Palestina. Israele ha ucciso oltre 42mila persone. Civili. Ha colpito ospedali, scuole, campi profughi. Fatto morire persone di fame, bruciate vive, senza cure, senza speranza. Ha deportato milioni di persone che poi non ha esitato a colpire in una delle aree più densamente popolate del mondo.
La seconda linea era la Cisgiordania.
Se l'obiettivo era Gaza perché il centro di potere di Hamas, la Cisgiordania è l'obiettivo secondario. Lì non c'era Hamas, ma rappresentava un territorio da conquistare. Da colonizzare pezzo per pezzo. Attacchi e violenza indiscriminata da parte dei coloni e dell'esercito, da sempre. Già prima del 7 ottobre, ma da quando Gaza praticamente non c'è più, non ci sono più limiti nemmeno lì. La Cisgiordania presto non ci sarà. La Palestina era una linea di confine da dover cancellare. Un genocidio che la storia scritta dai vincitori difficilmente ricorderà.
La terza linea era quella di un confine di uno stato sovrano.
L'Occidente ha giustamente mostrato in maniera compatta la propria condanna alla Russia che ha attaccato uno Stato sovrano come l'Ucraina. Israele ha cancellato pure quella linea. Senza citare i continui attacchi e attentati nei confronti di esponenti di altri Paesi, oltre che alle metodologie terroriste e indiscriminate utilizzate. L'attacco al Libano è una chiara violazione del diritto internazionale. In poco tempo ci sono stati oltre mille morti tra i civili. Anche qui i limiti non ci sono. Serve solo perseguire il proprio obiettivo. Se in Palestina l'obiettivo è Hamas; qui è distruggere Hezbollah. A qualunque costo senza limiti e qualsiasi mezzo. La comunità internazionale ha condannato, si è indignata. Tante parole senza dare alcuna risposta concreta.
Se le sanzioni alla Russia per l'attacco all'Ucraina sono state velocissime, quelle a Israele sono fantasma. Anzi, si continua a finanziare la macchina di distruzione israeliana con Usa e Germania che confermano miliardi di finanziamento senza alcuna remora.
Se le sanzioni alla Russia per l'attacco all'Ucraina sono state velocissime, quelle a Israele sono fantasma. Anzi, si continua a finanziare la macchina di distruzione israeliana con Usa e Germania che confermano miliardi di finanziamento senza alcuna remora.
Poi c'è stato l'attacco al nord del Libano.
Quello a maggioranza cristiana. Un'altra linea cancellata.
Infine (per ora) la linea definitiva. L'attacco alla missione Onu Unifil. Una linea che in pochi avevano osato superare. Israele non si è nemmeno impegnata a nascondere o a mascherare quell'attacco, ma ha intimato l'Onu ad andare via.
I Paesi occidentali (Italia in primis) hanno così scoperto sulla loro pelle i crimini di guerra che Israele sta perpetrando da un anno a questa parte nella regione. Non ci sono sanzioni. Si continua a vendere armi. Si continua a specificare insensatamente quel diritto all'autodifesa di Israele, che ha definitivamente abbandonato alcuna strada diplomatica o di dialogo per avviare una politica di guerra totale e di terrore. Senza freni e senza limiti.
Perché agli Stati Uniti va bene così, nel momento più debole della politica americana con le elezioni alle porte. Si è deciso che Israele può fare tutto a qualsiasi costo.
All'orizzonte una guerra generalizzata in Medio Oriente, perché è chiaro che l'azione di questo governo estremista è finalizzata al ridisegno degli equilibri e a dominare una regione a qualsiasi costo umano. Senza nessuna linea di demarcazione.
L'etica occidentale è rappresentata da quella linea che cancelliamo e spostiamo ipocritamente ogni volta a nostro piacimento. A seconda di chi compie le azioni. Fino a portarcela davanti ai nostri occhi.
Infine (per ora) la linea definitiva. L'attacco alla missione Onu Unifil. Una linea che in pochi avevano osato superare. Israele non si è nemmeno impegnata a nascondere o a mascherare quell'attacco, ma ha intimato l'Onu ad andare via.
I Paesi occidentali (Italia in primis) hanno così scoperto sulla loro pelle i crimini di guerra che Israele sta perpetrando da un anno a questa parte nella regione. Non ci sono sanzioni. Si continua a vendere armi. Si continua a specificare insensatamente quel diritto all'autodifesa di Israele, che ha definitivamente abbandonato alcuna strada diplomatica o di dialogo per avviare una politica di guerra totale e di terrore. Senza freni e senza limiti.
Perché agli Stati Uniti va bene così, nel momento più debole della politica americana con le elezioni alle porte. Si è deciso che Israele può fare tutto a qualsiasi costo.
All'orizzonte una guerra generalizzata in Medio Oriente, perché è chiaro che l'azione di questo governo estremista è finalizzata al ridisegno degli equilibri e a dominare una regione a qualsiasi costo umano. Senza nessuna linea di demarcazione.
L'etica occidentale è rappresentata da quella linea che cancelliamo e spostiamo ipocritamente ogni volta a nostro piacimento. A seconda di chi compie le azioni. Fino a portarcela davanti ai nostri occhi.
Per non vedere lo schifo allo specchio.