giovedì 8 ottobre 2015

#Libriamo Adua di Igiaba Scego, storia tra Somalia e Italia e un passato perso nella memoria

In un Paese in deficit di lettura è importante trasmettere le belle sensazioni che la lettura può regalare, soprattutto grazie a un libro che è capitato nella propria vita. Leggere è un viaggio intimo dentro noi stessi e per questo è importante intraprenderlo con la scelta del libro giusto. Non c'è una regola precisa per capire quale sia il libro giusto, l'importante è darsi la possibilità di scelta, perché, se il primo passo da fare è quello di iniziare a leggere, il secondo fondamentale è quello di scegliere bene. I buoni libri migliorano la vita, ci fanno crescere e cambiano le nostre prospettive. Non bisogna mai sottovalutare la loro potenza con la consapevolezza che una vita senza lettura è più povera. La mia sarebbe stata sicuramente anche più triste.


Anche questa settimana,

#Libriamo

Ti accorgi dell'importanza di un evento, quando dopo giorni ti ritrovi ancora idee, spunti di interesse e  stimoli. Dalil festival di Internazionale me ne sarei potuto tornare con centinaia di libri, in realtà l'ho fatto e la mia lista desideri è sempre più colma.

Sono state settimane di silenzio libresco, ma non di assenza di letture, senza non si potrebbe stare.
Nel weekend di Ferrara come ti ho scritto anche qui, ho assistito a vari incontri e convegni.

Tra i vari libri che mi porto dietro da questa esperienza, in questa rinascita autunnale del blog, vorrei "librarti" di un libro che non si esaurisce solo nella sua storia, nei vari personaggi e nemmeno nella biografia dell'autrice, ma è molto di più

Il libro è Adua, scritto da Igiaba Scego, scrittrice e giornalista anche su Internazionale, italiana e somala allo stesso tempo, per la quale nutro una grande ammirazione.

Adua è tante storie in un unico racconto, frutto di violenza, illusione, sogni infranti, viaggi difficili e storie rimosse, colpevolmente dimenticate.

Adua fa parte della storia dell'Italia.


"Ogni notte prima di addormentarmi mi chiedo se potrò pure io, come mio padre, costruire nella nostra terra il poco di avvenire che mi è rimasto."


Adua


È la storia di Adua, donna somala che ormai da tempo vive a Roma, dopo un viaggio alla ricerca della speranza dalla Somalia verso l'Italia, sente di aver fallito. Sognava la carriera nel cinema, sognava di diventare la nuova Marilyn Monroe, per ritrovarsi invece a girare un film porno, Femina somala, che le porterà solo tanta vergogna e umiliazione e invecchierà delusa come una Vecchia lira.

"Quando mi rialzai ero diventata un'attrice. Nessuno avrebbe più visto il mio vero volto."

Igiaba Sceba al Festival di Internazionale a Ferrara


Zoppe

È la storia di Zoppe, padre di Adua, che lavorava come interprete per il regime fascista durante la guerra di conquista imperialista del regime in Somalia. Zoppe vive anche lui lo stesso sogno di riscatto della figlia, un riscatto che lo porta a collaborare con gli italiani conquistatori, a illudersi di poter migliorare la propria condizione vivendo a Roma, per poi finire nella violenza dei conquistatori, schiavo di un padrone.

Titanic

È la storia di Titanic, il giovane sposato da Adua  quasi per pietà, che arriva in Italia con le migrazioni del post guerra civile in Somalia. La sua storia è quella di tanti che arrivano in Europa attraverso il mare, per lo più affogano, alcuni si salvano. Arrivano in Italia, ma vogliono andare via, verso la Svezia o la Germania. Il rapporto tra Adua e Titanic è quello che si crea tra diverse generazioni di migranti, una sorta di discriminazione tra chi c'è già da prima, da quando c'era ancora la Lira, e magari ha fallito, e chi invece fa parte della nuova Somalia, che cerca con tutti i mezzi di fuggire, spinto dalla voglia di migliorare la propria vita, di salvarsi. Avvolto nelle stesse illusioni,  Titanic è giovane, « vuole bere il futuro», ma si trova perso nella delusione della realtà. Tra vecchie lire invecchiate nell'illusione di un sogno infranto e incapaci di tornare per non dimostrare il proprio fallimento e giovani Titanic pronti a tutto pur di scappare, anche di affogare.

"Io lo so che Titanic è un film dove tutti muoiono. Ma ricordati sempre che io non sono morto."

La storia di un Paese

È la storia dell'Italia, almeno di quella parte rimossa dalla nostra memoria e dalle nostre coscienze, quando  avevamo mire imperialiste. Quella voglia becera e razzista di impero, che ci faceva sentire superiori, liberi di calpestare dignità e storia di interi popoli.
Perché un tempo la storia recitava diversamente, quella storia cancellata e rimossa, con cui non abbiamo mai fatto seriamente i conti, prima che tutto venisse cancellato da luoghi comune e questo Paese diventasse "italiani brava gente".


"L'Italia erano i baci sulla bocca, la mano nella mano, l'abbraccio appassionato. L'Italia era la libertà. E io speravo tanto che potesse diventare il mio futuro."
La ricerca di un futuro in un altro Paese, quello che cercano invano tanti che partono dalle proprie case per ricercare una nuova vita, che cerano di salvarsi da contesti impossibili. Quelli che la ricca Europa prima ha distrutto e poi ha completamente dimenticato.


 






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