sabato 5 luglio 2014

Un Paese di pochi fatti e tante pugnette


Nel nostro Paese si parla di tante cose, forse troppe; non è mai mancata l'arte della parola a noi italiani.
Soprattutto quando a utilizzarla con tanta arte sono i politici che basano la maggior parte della loro carriera sull'utilizzo dell'abile dialettica per sviare alle domande e ai fatti.
Se in proporzione, nel nostro paese si giudicassero le persone per quello che fanno e non soprattutto per quello che dicono, avremmo sicuramente un'improvvisa penuria di commentatori. Perché di fatti, realmente ce ne sono pochi.
Si commentano gli slogan, le dichiarazioni d'intenti, le linee guida ma dietro questo grande blaterare non c'è nulla. Solo tanto vuoto.
Si spera sempre che il tempo cancelli la memoria e che operi come il grande fratello nel mondo del 1984 di Orwell e che cancelli tutto.

L'abilità di riciclare posizioni vecchie, cambiandole all'occasione è stata sempre un'abilità tutta italiana e ancora oggi funziona.
Non riusciamo ad assicurare un futuro a noi stessi figuriamoci se possiamo assicurarlo a un intero Paese circondati da chiacchiere vuote e sterili e incapaci di fare cose concrete.

Continuano a bombardarci con messaggi e slogan.
C'è bisogno di riforme; bisogna cambiare l'Italia; voltare pagina è obbligatorio. 
Addirittura Barroso indicava la necessità di un'Italia forte necessaria per l'Europa.
Vien da dire #StaiSerenaEuropa siamo forti; tranquilla, ci pensiamo noi!

(Occhiolino, pausa scenica, silenzio in sala, occhi sbarrati e risata da fuori onda).



Barroso deve ricordarci quando l'Italia è stata forte nella sua storia. Qui non si tratta di smemoratezza ma di errore storico. Ci avrà sicuramente scambiato per qualcun altro. (Indica con l'indice destro la Spagna).
Forse troppo preso dalla sbornia del discorso renziano in cui tra le tante chiacchiere si è brandito la falsa sicurezza di chi sta dicendo tante belle parole ma che in realtà più slogan che altro, nel tipico stile a cui da tempo ci sta abituando il prode e eloquente primo ministro italiano.

Cosa dovrebbero fare i giovani italiani se non prendere l'esempio di Telemaco e scappare davvero via da questo Paese che ha tradito il futuro dei propri giovani?

I nostri padri, la generazione che ha combattuto il sessantotto e poi se n'è dimenticata, come tante cose fatte e poi buttate lì a uso e consumo degli "strumentalizzatori", sta regalando ai propri figli una prospettiva di vita peggiore di quella che a loro stessi  era stata donata.
Un mondo in recessione non solo economica ma di idee e opportunità che affonda tra corruzione e immobilismo.

Se la soluzione è scappare via di qui per cercare non un futuro ma un'opportunità che possa valorizzare almeno la nostra fantasia, allora che si vada via, anche se con il rischio di essere sommersi dalle critiche di chi etichetta la fuga come l'abbandono ignobile della nave che affonda.

Cari signori però i fori alla nave non li abbiamo fatti noi.

Siamo tutti dei piccoli "Schettino" pronti a mettersi sotto il riparo della terra ferma a coordinare le operazioni di salvataggio per danni creati da noi.

Come al solito incapaci di assumerci qualsiasi responsabilità.

Mandrie di laureati sfruttati in miriadi di stage malpagati o non pagati affatto, costretti a virare su lavori completamente avulsi dal loro titolo; comunque "obbligati" ad accontentarsi.

In questo modo si viene privati dell'ambizione e della speranza oltre che del futuro.

Ci si accontenta di tutto per non avere niente.

Intanto si osserva che il mondo reagisce e che nonostante la crisi gli altri vanno avanti.
Proprio oggi in Germania, il Bundestag tedesco ha approvato il livello di salario minimo garantito per legge pari a 8.5 euro l'ora. In una giornata definita storica per il Paese tedesco e per il governo di Angela Merkel  il provvedimento è stato definito come "come un grande passo sociale in avanti”. Certo che la Germania non è il primo Paese ad adottare un provvedimento del genere, anzi è uno degli ultimi allineandosi a a nazioni come Lussemburgo (con il salario più alto d'Europa paria 11,10 euro all'ora), Francia (9,53), Olanda (9,11), Belgio, (9,10), Irlanda (8,65) e Gran Bretagna (7,43) e a quelli più bassi in Europa  come Spagna (3,91), Grecia (3,35), Portogallo (2,92), Polonia, (2,31), fino alla Bulgaria (1,04).

L'Italia invece si distingue sempre, infatti, una legge del genere che imponga una paga minima a tutti i settori non è mai stata approvata in Italia.

Io ho svolto e ho visto svolgere lavori più vari a persone superqualificate con paghe assenti o da fame, senza contratti o con prestazioni occasionali misere e vi dico che questa non è né una vita dignitosa né un grande stimolo a sperare che possa cambiare il verso del mondo da un momento all'altro.

Di riforme per cambiare il nostro Paese ne sono piene le bocche ma vuote le tasche perché cambiare non significa solo rimpinguare le buste paga di 80€ se poi non dai un vero slancio al sistema per ripartire.

Corruzione, clientelismo, sprechi, liberalizzazione, riforma sociale, investimenti reali sulle strutture, ricostruzione di un sistema scolastico ormai al collasso dovrebbero essere le priorità.
Ci si limita solo a parlare di regole del gioco, di affari virtuali senza pensare che quel gioco e quegli affari tra intrallazzi e corruzione senza nessuna meritocrazia stanno affondando realmente .

Non è una battaglia culturale che può però imporre un singolo uomo, calato dall'alto e che illuminato detti le regole per la rinascita.

Essa rappresenta la battaglia culturale di cui il Paese intero deve farsi carico in quanto la ricostruzione non può limitarsi solo alla politica.

Non è una singola legge che cambia un popolo ma è l'investimento sulla prossima generazione che può aiutarci a pensare a un futuro migliore.

Tra tante chiacchiere siamo sicuri che realmente si sta pensando a questo e non a mettere l'ennesima pezza che va a coprire uno dei tanti buchi della nave per rallentare l'inesorabile caduta negli abissi?

Da che parte state?

Dallo "Schettino" che si indigna, si ingegna solo dopo essere al sicuro o dalla parte del cittadino vigilante che gli urla e gli intima come De falco "Salga a bordo cazzo"?

A voi la scelta...






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