domenica 4 maggio 2025

Sulla corsa al riarmo dell'Europa come deterrente.

 

Ha senso parlare di riarmo dell'Unione Europea quando i vari Paesi messi insieme già spendono (in maniera totalmente frammentaria e inefficiente) molto di più della Russia? Di armi in Europa ce ne sono già troppe. Secondo il rapporto dello Stockholm International peace research institute (Sipri) i paesi europei della Nato hanno più che raddoppiato gli acquisti di armamenti (+105%) e tra i primi dieci paesi esportatori cinque sono europei. Ma a chi vengono vendute queste armi? L'Ucraina è diventata il primo importatore globale di armi, con acquisti cresciuti di quasi cento volte rispetto al quinquennio precedente e pari all’8,8% del mercato mondiale. Poi c'è l'Asia che ha ridotto le importazioni di armi solo perché la Cina ha iniziato a prodursi in casa i propri armamenti. L’India resta il secondo importatore mondiale dopo l’Ucraina, con un aumento delle importazioni dall'occidente. E l'Africa ha conosciuto negli ultimi dieci anni una crescita esponenziale dell'acquisto di armi.
Quindi alla luce di questi dati ha ancora senso parlare di riarmo europeo come deterrenza? O semplicemente quest'aumento delle spese militari rischia di riprodursi in un maggiore incremento di esportazioni di armamenti inutilizzati che andranno a foraggiare il già elevato numero di conflitti bellici nel mondo (oltre 56 conflitti).
In sostanza un'Europa già armata e che vuole armarsi ancora di più renderà davvero più sicuro il mondo?
È vero l'assunto che l'accrescere della potenza di fuoco di un Paese, o di un insieme di Paesi, può aiutare a scoraggiare gli altri ad attaccarlo? O al contrario può spingere quegli altri a seguire l'esempio scatenando una reazione a catena?
Tante domande, poche risposte, tanti timori.
Intanto i conflitti aumentano come la quantità di armi in campo.

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sabato 3 maggio 2025

Il silenzio colpevole sull'attacco alla nave Coscience della Freedom flotilla

 Il silenzio della comunità internazionale è dell'UE intorno l'attacco alla nave Conscience della Freedom Flotilla, mentre si trovava in acque internazionali, è imbarazzante. Una missione umanitaria colpita con i droni di chi? Gli attivisti accusano Israele. Del resto chi poteva avere interesse a mettere fuori uso con le armi una nave umanitaria diretta a Gaza? In più, è stato segnalato che degli aerei israeliani abbiano sorvolato a bassa quota e per diverse ore, l’area in cui si trovava la Conscience. Malta che non risponde alle richieste di aiuto della nave colpita. I valori europei. Ormai nel diritto di autodifesa si comprende oltre al diritto di bombardare ospedali, affamare una popolazione, di uccidere e deportare, anche quello di colpire navi umanitarie. Questo diritto va difeso a tutti i costi. Non basta calpestare vite umane e diritto internazionale, ma anche quello umanitario ormai.




venerdì 25 aprile 2025

W il 25 aprile sempre

 

Il 25 aprile è divisivo, come è stata divisiva la storia di questa repubblica, nata da una dittatura e una feroce guerra civile. Il 25 aprile è nato da una guerra tra italiani. Tra chi ha scelto di combattere per la dignità e la libertà di un paese e chi ha invece continuato con l'ignominia della guerra nazifascista. Il 25 aprile nasce da una lotta a una dittatura fascista violenta e liberticida lunga più di vent'anni. Dal sacrificio dei partigiani e dal silenzio di chi prima stava da una parte e silenziosamente ha poi cambiato lato. Per questo il 25 aprile non può essere di tutti. Il 25 aprile non può essere dei nostalgici. Non può essere di chi ha nostalgia di un mondo autoritario, fascista, nazionalista e razzista, che fortuna sua non ha vissuto, ma verso cui si vorrebbe riportare la contemporaneità. Il 25 aprile non può essere di chi si rammarica che non abbiano vinto gli altri. Il 25 aprile non può essere di chi pensa che siano tutti uguali. Il 25 aprile non può essere nemmeno di quella maggioranza silenziosa indifferente che non prende mai posizione. Non può essere di chi dà tutto per scontato pensando di essere nato in un mondo libero e non invece liberato. In questi tempi bui è sempre più difficile resistere, ma oggi più di prima è necessario prendere posizione. Perché non si celebra la libertà, ma la liberazione, che è un atto di coscienza civile che si dovrebbe mettere in pratica ogni giorno. Per questo non sopporto chi non parteggia. "Ora è sempre resistenza". W il 25 aprile sempre.