La dedica della settimana
Gli argomenti ritornano sempre e le problematiche sono concatenate.
Non voglio scrivere sempre delle stesse cose e cercherò di non ripetermi, ma l'invito a quei pochi lettori che hanno la gentilezza di soffermarsi a leggere, è quello di arrivare fino in fondo senza preconcetti.
Perché se lo scopo è quello di fuggire dalla narcolessia mediatica, mai argomento è stato più strumentalizzato come quello di oggi.
Infatti, questa settimana l'argomento centrale è la discriminazione razziale e i rom nello specifico.
Ti ho già parlato qui e in un altro post di Mafia Capitale, mentre l'argomento dei migranti è
stato già trattato ne La dedica della settimana n.3 e con la storia di Samia.
Siamo un popolo discriminante o razzista? Basta generalizzazioni però l'argomento rappresenta una questione viva e di difficile trattazione. La crisi economia e culturale del nostro Paese va oltre i semplici indici economici, le percezioni e la fiducia, ma va a toccare quel senso di insoddisfazione e di insofferenza che, parte della classe politica, sta strumentalizzando per trovare il capro espiatorio.
In alcuni casi, la questione diventa quasi patologica perché, attraverso la mistificazione e la deformazione dei dati e delle informazioni, si scatena un meccanismo di influenza collettiva che ha effetti eclatanti anche su persone normali.
Un esempio da scuola è quello della comunità sinti e rom.
Un dato su tutti lascia esterrefatti. Da uno studio del Pew research center risulta che l'Italia è il Paese europeo con il più alto tasso di odio e intolleranza verso i rom. La percentuale del campione intervistato è di un impressionante 86%.
Lasciando da parte un attimo la statistica che, visto il campione forse poco rappresentativo, può essere poco descrittiva, è indubbio come ormai questo sentimento sia generalizzato e cavalcato da chi dovrebbe spegnere le intemperanze, che invece alimenta.
Per questo, la dedica della settimana n. 10 va a tutte quelle comunità e quelle
popolazioni che sono discriminate nel nostro Paese, per prima quella rom
e sinti, perché è sempre più vigente il mantra:
Io non sono razzista, però gli zingari non li posso proprio vedere.
Se un tempo c'era il finto luogo comune "italiani brava gente", oggi sembra che quel
termine "tolleranza" (che non mi ha mai fatto impazzire) sia diventato fuori moda.